Com’è il rapporto tra gli immigrati e le banche italiane
Di Roberto, scritto il 28 Maggio 2007Secondo un’indagine Censis Estat – Gruppo Delta, sei immigrati su dieci nel nostro paese sarebbero in possesso di un conto corrente. Ma se si osserva la diffusione di strumenti di pagamento o prodotti finanziari, le proporzioni sono ancora peggiori.
A voler riportare i dati Censis-Delta, si scopre che gli immigrati titolari di rapporto bancario o postale sono il 61%, mentre solo il 41% possiede un bancomat, addirittura il 13% una carta di credito. Le percentuali per le carte prepagate (4,2%), i titoli di Stato (2,5%) e i prodotti di investimento come azioni o fondi comuni (1,5%) sono ancora più povere. Insomma, il tasso di penetrazione dei prodotti bancari nelle tasche dei cittadini stranieri è davvero basso.
Le banche italiane si stanno muovendo verso questa importante fetta del sistema italiano con offerte di prodotti e servizi ad hoc. Ma basteranno queste iniziative per cambiare la situazione nel breve periodo?
Una tabella pubblicata da La Repubblica qualche settimana fa su dati Censis-Delta mostra come le abitudini e le preferenze degli italiani e degli immigrati a riguardo dei prestiti personali siano notevolmente differenti. Ad esempio, gli italiani che trovano “comodo e conveniente” il credito al consumo sono il 31%, mentre sono solamente il 18,2% gli immigrati che la pensano in tal modo. Lo trovano “comodo ma costoso” il 4% degli italiani e il 5% degli immigrati, mentre non lo utilizzano nonostante lo considerino interessante il 12,4% degli italiani e il 35,9% degli immigrati. Interessati, ma senza averne i requisiti per esserne titolari, il 2,5% degli italiani e il 10,2% degli immigrati. Infine, non sono interessati un italiano su due e poco più del 30% degli immigrati.

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