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I buoni postali che valgono una fortuna inaspettata: come verificarlo

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I buoni postali sono da sempre tra le forme di investimento preferite dagli italiani. Ma sapevate che tra i buoni postali alcuni possono valere una fortuna inaspettata? Ecco come verificarlo.

Sono davvero tanti i risparmiatori italiani che scelgono di investire il proprio denaro in buoni fruttiferi postali. Secondo alcune stime, infatti, ad oggi sono 46 milioni i titoli in essere. Eppure, non tutti sanno, che alcuni buoni sono arrivati a valere un vero e proprio tesoro. Scopriamo insieme come verificarlo.

I buoni fruttiferi postali che valgono una vera fortuna: ecco come verificarlo

Tra i buoni postali con rendimento più alto vanno annoverati, senza dubbio, quelli aperti prima della conversione in euro. Ma i buoni fruttiferi postali che possono valere una vera fortuna inaspettata, sono quelli aperti dal 1986, quando vennero emessi buoni fruttiferi da riscuotere a trent’anni di distanza.

I documenti in quegli anni dovevano essere siglati con la lettera Q. I buoni della serie Q garantivano un tasso di rendimento che si aggiravano tra l’8 – il 9 – il 10,5 e il 12 per cento. Un tasso molto inferiore rispetto alla precedente serie P che si aggirava tra il 9 – l’11 – il 13 e il 15 per cento. Eppure, le Poste continuarono ad usare i tassi della serie P, limitandosi ad apporre un timbro sopra i vecchi rendimenti per specificare quanto avrebbero fruttato in futuro.  Al contempo, i risparmiatori hanno gelosamente conservato per 30 anni i loro buoni postali facendo affidamento tassi della serie P.

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Buoni fruttiferi postali: un piccolo tesoro in cantina!

In seguito, alla errata applicazione dei tassi di interesse del passato,  nel 2020 migliaia di risparmiatori hanno fatto ricorso per vedersi riconoscere incassi maggiori. Non tutti i risparmiatori hanno ottenuto lo sperato successo, ma alcuni sono riusciti ad incassare cifre da capogiro!

È il caso di una donna che riscuotendo un buono fruttifero versato alla fine degli anni Ottanta, che consisteva in 5 milioni delle vecchie lire, dopo trent’anni è riuscita ad incassare ben 65 mila euro. Lo ha deciso il Tribunale di Torino, che ha risolto il contenzioso tra la risparmiatrice e l’ente che, inizialmente, riteneva di dover pagare “solo” 28 mila euro.

Emblematico anche il caso di una donna, intestataria di un buono fruttifero postale del 1959 dal valore di 5000 mila lire. La donna, rovistando tra vecchi ricordi di famiglia, ha rinvenuto per caso il buono postale. Un buono che oggi arriva a valere circa 43 mila euro. Un vero tesoro! Per di più, trovato per puro caso in cantina.

Dunque, occhio ai buoni fruttiferi postali, in particolare, quelli aperti prima della conversione in euro. Potrebbero valere un’inaspettata fortuna!