Conto in banca bloccato: quando succede e perché

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Il blocco di un conto corrente comporta l’impossibilità per il proprietario di effettuare operazioni sul proprio conto corrente.

In alcuni casi, presupposto perché l’istituto di credito possa bloccare il conto è la notifica effettuata alla banca da un’autorità giudiziaria, che informa l’istituto di credito della problematica riscontrata su quel conto.

Vediamo di seguito tutti i casi in cui ci si può ritrovare con il conto in banca bloccato e, di conseguenza, non avere più accesso al nostro credito.

Conto corrente: i casi in cui avviene il blocco

Il blocco del conto corrente può avvenire a causa dei propri debiti, per la morte del proprietario oppure per lo scoperto. In aggiunta a queste tre fattispecie, che di norma sono le più comuni, c’è quella che deriva dalla legge antiriciclaggio. Vediamo tutte queste fattispecie nel dettaglio.

Conto corrente bloccato: i debiti del correntista

Quando un correntista ha dei debiti tali per cui l’agenzia delle entrate può procedere al pignoramento delle somme in suo possesso, il conto corrente viene bloccato.

In questo caso, viene bloccato un importo pari alla totalità del debito, alla quale si aggiunge la metà. Naturalmente, in questo caso limite, il credito deve essere davvero elevato.

In ogni caso, una volta che il blocco è stato apposto al conto corrente, l’agenzia delle entrate pignorerà l’importo spettante all’erario.

Se il debito viene saldato, il blocco sarà rimosso.

Muore il correntista, si blocca il conto corrente

Il conto corrente non muore insieme al proprietario, ma si trasmette ai suoi eredi siano essi testamentari o legittimari.

Alla morte del correntista, però, il conto viene bloccato. Solo in seguito alla chiusura della successione questo verrà sbloccato, e le somme relative al deposito saranno devolute agli eredi.

Il blocco del conto dopo lo scoperto

Finché si è al verde, non tutto è perduto. Quando però si scende sotto la soglia dello zero, la banca chiude il credito, o meglio: lo blocca.

Questo avviene con lo scoperto di conto, che in realtà diventa apertura del credito, o fido. Se però il correntista non rientra in un lasso di tempo stabilito dalla banca, il conto sarà bloccato.

Quando il correntista è debitore nei confronti di terzi per molto tempo, la banca impedirà di effettuare operazioni sul suo conto, a meno che non intenda saldare il proprio debito tempestivamente.

In tal caso, il conto sarà ripristinato, e il correntista potrà effettuare nuovamente qualsiasi tipo di operazione sul conto.

Normativa antiriciclaggio e blocco del conto corrente

L’ultimo caso in cui il conto viene bloccato è la mancata compilazione del questionario antiriciclaggio.

Chi apre un conto corrente, deve firmare il modulo coi propri dati particolari volti a effettuare l’adeguata verifica del cliente, secondo il principio AML “Know your customer”.

Se l’istituto di credito non dovesse procedere agli obblighi di adeguata verifica del proprietario del conto, oltre al blocco del credito al correntista, anche la banca verrebbe sanzionata.

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Il modulo deve essere compilato entro sessanta giorni dall’apertura del conto, e la multa per la banca è compresa dai 2.600 ai 13.000 euro.