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Naspi, come non perdere l’assegno mensile: i documenti richiesti nel 2023

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Come dichiarato dall’INPS nella comunicazione n.790 del 23 Febbraio 2023, i disoccupati hanno ancora poco tempo per sistemare la propria situazione prima di perdere le mensilità del pagamento della Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego.

Chiunque benefici di sostegni, bonus o trattamenti particolari da parte dell’INPS ha generalmente a disposizione tutto il mese di Gennaio per provvedere all’inserimento del nuovo modulo ISEE con il quale si certifica la nuova condizione economica familiare, nel caso in cui questo documento venga a mancare si rischia la sospensione o addirittura la cancellazione del beneficio.

La Naspi, ovvero la Nuova prestazione di Assicurazione Sociale per l’Impiego introdotta nel 2015, è un sostegno economico assegnato ai lavoratori dipendenti del settore privato che hanno perso il proprio lavoro in maniera involontaria, quindi per mezzo di licenziamento da parte del datore di lavoro. La Naspi è garantita anche agli apprendisti, ai soci di cooperativa, al personale artistico ed ai dipendenti pubblici a tempo determinato.

Pochi giorni fa l’INPS ha pubblicato una comunicazione nel quale viene esplicitata l’urgenza di un aggiornamento del Reddito personale, anche se questo nello scorso anno è stato pari a 0. La revisione del proprio Reddito presunto permetterà all’INPS di riprendere con l’erogazione degli assegni mensili che sono stati interrotti a partire dal 31 Gennaio 2023.

Quando e come fornire il nuovo Reddito presunto personale

La dichiarazione del reddito presunto per il 2023 va quindi fornito all’INPS il prima possibile, tenendo inoltre a mente che l’assegno può essere percepito, in forma ridotta, anche nel caso in cui sia stato trovato un nuovo lavoro. L’unica condizione necessaria che porta alla perdita della Naspi, oltre alla mancata documentazione, è il superamento del reddito annuo proveniente dallo svolgimento di un’attività lavorativa.

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Come dichiarato dall’Istituto: “La mancata comunicazione del reddito per gli anni di prestazione successivi al primo non determina tuttavia la decadenza dalla prestazione ma la sua sospensione fino all’acquisizione della nuova comunicazione. Sarà cura delle strutture territoriali sollecitare l’adempimento al percettore di Naspi che non vi abbia provveduto.”

Per aggiornare il Reddito presunto è necessario accedere al sito dell’INPS tramite l’utilizzo delle proprie credenziali SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale), CIE (Carta di Identità Elettronica) o CNS (Carta Nazionale dei Servizi), ed andare nella sezione dedicata alla Naspi, qui sarà possibile rivedere la documentazione fornita e lo stato dei pagamenti.