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Assegno di mantenimento, nel 2023 l’ex ti deve di più: scopri il motivo

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In caso di separazione o divorzio, qualora nella coppia sussista un grande divario economico l’ex coniuge è obbligato a versare degli assegni periodici di sostentamento nei confronti dell’ex partner.

Quello che in pochi sanno è che nel 2023 l’assegno di mantenimento ha subito degli aumenti piuttosto importanti, che potrebbero fare la differenza nel pagamento delle spese proprie o dei figli, ecco cosa ne ha causato il cambiamento e di quanto varia.

Per legge il trattamento deve essere rivalutato con cadenza annuale allineandosi a quelli che sono gli indici Istat dell’inflazione, questo accade perché proprio a causa dell’inflazione la parte meno agiata economicamente perde potere di acquisto e potrebbe ritrovarsi in una situazione di disagio. L’aumento deve avvenire obbligatoriamente anche nei casi in cui la cifra sia decisa di comune accordo o sia il risultato della decisione del giudice.

La rivalutazione dell’assegno di mantenimento è regolato dalla Legge 898/1970, precisamente nell’articolo 5, comma 7 e può essere richiesta in ogni momento, recuperando ad esempio gli arretrati purché la domanda venga fatta entro i termini di prescrizione.

Nell’arco dell’ultimo anno, con l’aumento dell’inflazione si ha quindi diritto ad relativo un aumento dell’assegno, in caso di deflazione però i pareri sono piuttosto discordanti in quanto la somma non può essere inferiore a quella stabilita dal giudice o dalle parti, tuttavia possono essere effettuate delle modifiche nel caso in cui la somma sia più alta di quanto pattuito, magari proprio per effetto dell’inflazione dell’anno precedente.

Come richiedere la rivalutazione dell’assegno di mantenimento

Poiché la rivalutazione dell’assegno di mantenimento è obbligatoria per legge (tranne nel caso in cui il giudice abbia esplicitamente stabilito il contrario), l’ex coniuge dovrebbe provvedere in maniera automatica all’aumento ma, nel caso ciò non avvenga, si potrà chiedere un consiglio al proprio avvocato, il quale procederà con l’invio di una comunicazione ufficiale.

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La richiesta di adeguamento può essere effettuata in ogni momento e se ci si accorge di aver ricevuto assegni non congrui con il livello dell’inflazione si può procedere con l’invio della richiesta per ricevere anche le somme non ricevute nell’arco dei mesi precedenti per mezzo di raccomandata o PER.

Nel caso in cui l’ex partner si rifiuti di procedere con il pagamento delle somme si potrà richiedere al proprio avvocato di inviare una notifica in atto di precetto, seguita da un’eventuale procedura di esecuzione forzata in caso di rifiuto. In questo modo l’adeguamento verrà eseguito tramite il pignoramento di beni o dello stipendio.