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Il Reddito di Cittadinanza diventa Mia: le principali novità di questa importante transizione

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Il provvedimento al vaglio da ministro del lavoro Calderone ha in serbo anche delle importanti innovazioni digitali. Andiamo a scoprire le principali differenze con il Reddito di Cittadinanza

Addio Rdc e benvenuta Mia. Si chiama così il sussidio che dovrebbe scattare dal 1 settembre 2023. Ha come obiettivo quello di contrastare la povertà e l’esclusione sociale delle fasce deboli. La forma completa è Misura per l’inclusione attiva e al momento la bozza è al vaglio della ministra del Lavoro Marina Calderone.

A differenza di quanto accaduto in passato l’intento è quello di attivare dei percorsi personalizzati per i beneficiari del sostegno e favorire piani autonomi per la ricerca del lavoro. La grande novità sta nel sistema informativo all’interno del quale opererà la piattaforma digitale.

Cosa cambia con l’arrivo di Mia e chi sono i potenziali beneficiari

I diretti interessati una volta effettuata la registrazione accedono a informazioni e proposte sulle offerte di lavoro, oltre che a corsi di formazione, tirocini di orientamento e a progetti utili alla collettività. Grazie a questa piattaforma sarà più facile ricercare il lavoro e l’individuazione di attività che rafforzino le proprie competenze.

Una volta sottoscritta l’attivazione digitale sulla piattaforma, i beneficiari dovranno aderire ad un percorso fatto su misura che va a considerare anche le disponibilità di tutto il nucleo familiare. Per quanto concerne i requisiti, la Mia viene assegnata ai nuclei che versano in particolari situazioni di indigenza. Soprattutto a chi ha in famiglia almeno una persona disabile, minorenne o che abbia almeno 60 anni.

Passando alle condizioni economiche le famiglie richiedenti devono necessariamente rientrare nei seguenti parametri:

  • Isee non superiore a 7.200 euro,
  • Valore del reddito familiare inferiore ad una soglia di 6.000 euro annui moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza,
  • Valore del patrimonio immobiliare non superiore a 30.000 euro,
  • Valore patrimonio mobiliare non superiore a 6.000 euro a cui vanno aggiunti  2.000 euro per ogni componente del nucleo familiare successivo al primo figlio,
  • Presenza persona disabile o persona disabile grave o di non autosufficienza.
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Per quanto concerne la scala di equivalenza il parametro è pari a 1 per il primo componente adulto ed incremento di 0,4 per ogni ulteriore componente maggiorenne che non usufruisce dell’assegno unico universale, fino ad un massimo di 2,1 che può arrivare a 2,2 in presenza di componenti che versano in condizione di disabilità.

In virtù di ciò, il beneficio economico a cui si pone una soglia su base annua di 6.000 euro vengono moltiplicati i parametri della scala di equivalenza. Chiaramente anche in questo caso vanno analizzati i componenti della famiglia. Nel caso ci sia almeno uno che sia minorenne, disabile o over 60, il beneficio viene erogato mensilmente per un periodo continuativo che non può superare i 18 mesi. Può essere rinnovato per altri 12 previa sospensione di un mese.