Stop alla birra, chiudono gli stabilimenti: sparisce per sempre?
La crisi ha cominciato a farsi sentire già questa estate, quando sia l’azienda che produce Acqua Sant’Anna che l’azienda produttrice dell’Acqua San Pellegrino, hanno emanato dei comunicati stampa in cui annunciavano il blocco lavorativo proprio a causa della carenza di CO2.
Perché la Menabrea non produce più birra
L’anidride carbonica è uno degli ingredienti fondamentali nella produzione di tantissime bevande frizzanti, come acqua frizzante, coca cola, aranciate, energy drink e per l’appunto, anche birre.
Durante il processo di lavorazione della birra, dentro gli stabilimenti della Menabrea, l’anidride carbonica viene usata per togliere l’ossigeno all’interno delle bottigliette di birra e per riempire i fusti da consegnare ai locali come bar, pub e ristoranti.
Il settore delle bibite tuttavia non è l’unico che sfrutta i benefici della CO2, infatti la poca anidride carbonica che l’Italia riesce ad importare è da dividersi tra tanti altri settori, ad esempio:
- Nell’agricoltura la CO2 viene usata nelle serre, per facilitare la crescita di fiori, verdura e frutta
- L’industria alimentare si avvale della sua funzione antibatterica per prolungare la data di conservazione di prodotti confezionati e alimenti destinati ai bambini
- Ogni locale che offre bibite alla spina hanno bisogno dell’anidride carbonica per riuscire a spillare i prodotti da vendere
- I produttori di vino usano la CO2 in forma congelata per preservare l’uva raccolta rallentando allo stesso tempo la fermentazione
- L’anidride carbonica infine viene usata per alimentare gli impianti medicali, le acciaierie ed ogni impianto che preveda l’uso di refrigerazione.

Il futuro della birra è a rischio?
È stato il CEO di Menabrea, Franco Thedy, a comunicare che lo stabilimento di produzione della birra a Biella sarebbe rimasto chiuso, lasciando i lavoratori a casa con un permesso retribuito. Fortunatamente si è trattato di una chiusura breve, legata ad singolo giorno, in quanto le mancate consegne ed i ritardi di CO2 hanno reso impossibile avviare il processo di produzione.
Thedy ha poi partecipato ad un’intervista del Corriere della Sera ed ha affermato: “Le consegne di anidride carbonica vanno a rilento, ma la produzione è già ripartita e visto l’avvicinarsi dell’inverno contiamo sul fatto che il problema non si ripeta più perché la produzione sarà minore”.
La situazione quindi sembra rimanere attualmente stabile, anche se i nuovi avvenimenti che stanno coinvolgendo l’Ucraina e la Russia non prometto nulla di buono e si potrebbe arrivare a non avere la CO2 (ma anche tanti altri prodotti), per qualche tempo, nel prossimo futuro.