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Cartelle esattoriali cancellate: il provvedimento che favorisce chi è in difficoltà

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Il governo Meloni cancella le cartelle esattoriali fino a mille euro. Secondo la premier, la riforma prevede “Un fisco giusto con chi è in difficoltà”.

È nelle intenzioni del governo approvare una speciale tregua fiscale, che servirà per archiviare tutti i potenziali conflitti coi contribuenti. Tuttavia, secondo il governo, questa non lascia spazio ad alcuna sanatoria.

Secondo Maurizio Leo, il viceministro dell’economia, si vuole favorire chi è in difficoltà, e l’unica possibilità che di fatto annulla il debito verso lo stato è quello delle cartelle esattoriali fino a mille euro.

Diamo quindi spazio a un’analisi del provvedimento che nei prossimi giorni sarà sottoposto al vaglio di Camera e Senato e trasmesso a Bruxelles, ma soffermiamoci, in particolare, su come opererà la riforma fiscale in riferimento alle cartelle che superano i 1.000 euro, insieme a quelle che sono state emesse dopo il 31 dicembre 2015.

Le ragioni dello stralcio di cartelle al di sotto dei mille euro

Il testo della legge di bilancio è ancora da approvare, ma secondo quanto si apprende dalla sua versione preliminare, i debiti che hanno un importo residuo di mille euro saranno annullati in data 31 gennaio 2023.

I debiti ai quali occorre fare riferimento, sono quelli che risultano dalle cartelle esattoriali emanate dall’1 gennaio 2000 al 31 dicembre 2015.

A partire dal 2023, dunque, i debiti riferibili a tale periodo, insieme alle sanzioni accessorie e agli interessi maturati, verranno annullati.

Secondo il governo, le cartelle al di sotto dei mille euro per il periodo intercorrente tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2015 sono impossibili da recuperare. Le spese di riscossione derivanti dall’operato dell’agenzia delle entrate-riscossione ammonterebbero a ben 1.132 miliardi di euro, e provando ancora a recuperare l’importo dovuto, si riuscirebbe a compensare soltanto il 6-7% del totale speso dallo stato.

Stralciare le cartelle fino a mille euro diventa quindi vantaggioso sia per il contribuente in difficoltà, sia per l’ente deputato alla riscossione.

Cosa accade alle cartelle che superano i mille euro

Le cartelle che superano i mille euro, però, anche se sono riferibili al medesimo periodo, dovranno essere pagare per intero. In aggiunta, verrà applicata una sanzione del 3%.
Tuttavia, per rendere più agevole il piano di rientro del debito, si potrà dilazionare il pagamento in 5 anni.

I debiti che allo stato attuale non sono ancora cartelle di pagamento, ma lo diventeranno nel 2023, dovranno esser pagati per intero, e la sanzione sul debito dovuto all’erario sarà del 5%.

Tuttavia, come le cartelle più risalenti che superano i 1000 euro, anche il saldo delle nuove cartelle esattoriali potrà avvenire in 5 anni.

Anche le cartelle che non sono state contestate subiranno lo stesso trattamento, mentre chi ha ricevuto non una cartella ma un semplice avviso bonario pagherà una sanzione del 3%, con possibilità di rateizzazione in 5 anni.

Cosa succederà a chi dichiara meno

Chi dichiara meno per ottenere un’IRPEF più bassa, andrà incontro a diversi scenari alternativi.

Per chi si ravvede, in particolare, ci saranno due possibilità alternative:

  1. La prima è il cd. “Ravvedimento operoso”. Tale modalità prevede il pagamento dell’intero importo dovuto, ma questo viene distribuito in un tempo di due anni e con una sanzione aggiuntiva del 5%.
  2. Se poi si pensa che il fisco abbia commesso un errore e non si paga, contestando l’evasione, si potrebbe effettuare un accertamento con adesione. Questo prevede una trattativa col fisco finalizzata a ottenere una riduzione dell’importo da versare all’erario.
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Se sulla questione è stato già aperto contenzioso, si può raggiungere una conciliazione giudiziale.

Questa permetterebbe di chiudere la controversia versando il 90% del totale dovuto al fisco.