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Assegno Unico, cosa succederà a partire dal nuovo anno

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L’Assegno Unico è un sussidio economico di fondamentale importanza per tante famiglie. Ma cosa succederà a partire dal nuovo anno? Facciamo il punto della situazione.

L’assegno unico universale è entrato in vigore a partire da marzo 2022 e viene erogato ogni mese dall’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, a tutte famiglie con figli a carico. Nello specifico, questo sussidio viene riconosciuto per ogni figlio a carico a partire dal settimo mese di gravidanza e fino al compimento dei 21 anni di età. In più, è riconosciuto, senza limiti di età, in caso di figli affetti da disabilità a carico.

Come molti sanno, l’assegno unico universale è stato varato dall’ex Governo Draghi, quindi relativamente recente, ed ha sostituito ed inglobato alcune delle misure relative al welfare familiare. Come, ad esempio, gli ANF (assegni familiari), il premio alla nascita, i vari bonus bebè e tutte le detrazioni per carichi di famiglia.

Chiaramente, è uno strumento molto importante per i contribuenti che arrivati alla fine dell’anno si chiedono cosa succederà al sussidio nel 2023.

Assegno Unico, cosa succederà a partire dal nuovo anno

Come abbiamo anticipato, a partire da marzo 2022, l’assegno unico universale ha sostituito ed inglobato una serie di agevolazione a sostegno della famiglia, quindi, si tratta di una misura importante per molti contribuenti e con l’arrivo del nuovo anno, molti si chiedono cosa succederà e se sarà necessario presentare una nuova domanda.

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Ebbene, iniziamo dicendo che per i vecchi beneficiari di assegno unico, che hanno una situazione familiare uguale all’anno precedente, non occorre presentare una nuova domanda. Il discorso cambia, nel caso in cui ci sia un nuovo arrivo in famiglia. In questo caso, la domanda va presentata. Per inoltrare la domanda i contribuenti hanno a disposizione due canali. Possono inoltrarla in totale autonomia, online sul sito ufficiale del sito INPS alla sezione dedicata, oppure, possono recarsi fisicamente presso gli sportelli degli enti di Patronato della propria zona.

Ricordiamo, però, che ai fini del riconoscimento dell’assegno unico è necessario aggiornare la certificazione ISEE. Sebbene, non si tratti di un adempimento obbligatorio, rinnovare il modello ISEE garantisce il riconoscimento degli importi corretti. Tra le altre cose, per effetto della perequazione, a partire da gennaio 2023, gli importi dell’assegno unico subiranno un leggero ritocco al rialzo (circa l’8% in più). Questo significa che l’importo massimo potrebbe registrare un aumento di circa 12 euro, passando dagli attuali 175 euro ad un totale di 188,77 euro. Così per tutti gli importi. Fino a quello minimo, che attualmente è pari a 50 euro, ma che con la rivalutazione sarebbe di 53,65 euro. Ad ogni modo, per le somme esatte ci toccherà aspettare la comunicazione ufficiale da parte dell’INPS.