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La settimana corta arriva anche in Italia: i primi ‘privilegiati’

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Intesa Sanpaolo avanza l’idea della “settimana corta” per i propri dipendenti in Italia. Ecco nel dettaglio il nuovo modello lavorativo ed organizzativo proposto dal gruppo bancario primo in Italia.

Intesa Sanpaolo, nasce nel 2007 dalla fusione tra Banca Intesa S.p.A. e Sanpaolo IMI S.p.A. Attualmente, rappresenta il primo gruppo bancario in Italia e conta oltre 76 mila dipendenti. E proprio riguardo i propri dipendenti operativi in Italia, il gruppo ha avanzato la proposta di nuove modalità lavorative e organizzative.

Nello specifico, l’istituto bancario punta ad un’evoluzione dello smartworking e l’introduzione della settimana corta. Proprio come fa sapere in una nota il gruppo creditizio guidato dall’amministratore delegato Carlo Messina “Intesa Sanpaolo proporrà alle persone del Gruppo operanti in Italia un nuovo modello organizzativo del lavoro che va incontro alle esigenze di conciliare gli equilibri di vita professionale e lavorativa delle proprie persone e dimostra attenzione al loro benessere, attraverso soluzioni innovative delle modalità lavorative con l’obiettivo di rendere la banca ancora più agile e dinamica, al servizio di una clientela più esigente”.

L’intento di Intesa Sanpaolo è far sbarcare, già a partite da gennaio del nuovo anno, la cosiddetta “settimana corta”. In altre parole, l’azienda propone ai propri dipendenti di lavorare quattro giorni a settimana, anziché cinque, allungando la giornata lavorativa a nove ore, rispetto alle attuali sette ore e mezzo. Tutto questo, su base volontaria, compatibilmente con le esigenze tecniche, organizzative e produttive aziendali e mantenendo l’attuale retribuzione. Un’altra importante novità riguarderà le regole per il lavoro da remoto. Al riguardo, l’azienda propone ai suoi lavoratori, la possibilità di smartworking fino ad un massimo di 120 giorni all’anno, senza limiti mensili e ricevendo un buono pasto da 3 euro al giorno.

Il nuovo modello lavorativo Intesa Sanpaolo, non trova l’approvazione dei sindacati

Insomma, da gennaio 2023, i 76 mila dipendenti Intesa Sanpaolo potranno accedere, su base volontaria, senza obbligo di giorno fisso e compatibilmente con le esigenze tecniche, organizzative e produttive aziendali, a queste nuove modalità di lavoro.

Tuttavia, pare non sia stato ancora raggiunto un accordo con le delegazioni sindacali Fabi, First – Cisl, Fisac – Cgil Uilca e Unisin, che attraverso una nota, denunciano la chiusura dell’azienda nel corso delle trattative “Nonostante cinque mesi di colloqui, non è stato possibile sottoscrivere un accordo”.

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Dal canto suo, il gruppo bancario commenta così il summit nero su bianco “Il confronto con le organizzazioni sindacali, pur svolgendosi in maniera proficua e costruttiva, non ha trovato una condivisione sul complesso dei contenuti, ma Intesa Sanpaolo, confermando l’attenzione alle persone del gruppo, continuerà a proporre le migliori soluzioni a chi lavora nella prima banca italiana, introducendo le novità da gennaio 2023”.