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Pfizer, rivelazione shock: le donne incinte vaccinate senza sperimentazione

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Il vaccino anti – Covid per le donne in gravidanza o in allattamento non sarebbe stato sperimentato. La rivelazione shock del colosso farmaceutico.

Secondo una recente indagine, condotta dalla giornalista d’inchiesta australiana Maryanne Demasi, Pfizer non avrebbe portato a termine gli studi clinici randomizzati relativi agli effetti del vaccino anti – Covid sulle donne incinte o in allattamento. Pertanto, non disporrebbe di dati sufficienti per ritenere il farmaco sicuro per le donne in stato di gravidanza.

Interpellato dalla giornalista, il portavoce del colosso farmaceutico ha fatto sapere, che la mancata conclusione dei trial sarebbe dipeso da un numero estremamente ridotto di volontarie. Ciò nonostante, l’Ema europea e la FDA statunitense, sebbene al corrente della mancanza dei dati sufficienti alla raccomandazione del vaccino, avrebbero raccomandato il farmaco.

Stando così le cose, milioni di gestanti, avrebbero fatto inconsapevolmente da cavie.

Donne incinte vaccinate senza sperimentazione: la rivelazione shock di Pfizer

Sarebbero state appena 349 le donne in stato di gravidanza a proporsi come volontarie per la sperimentazione del vaccino anti – Covid. Ciò nonostante, EMA ed FDA avrebbero raccomandato la somministrazione del farmaco, sebbene, non ci fossero abbastanza dati per escludere effetti avversi in seguito all’inoculazione. La stessa Pfizer avrebbe dichiarato che Food and Drug Adminostration americana e l’Agenzia europea del farmaco fossero al corrente della prematura interruzione dei test clinici “perché il numero di donne partecipanti era molto basso”.

Tuttavia, come l’azienda ha spiegato in una mail inviata a Demesi “Questo studio è stato promosso prima della disponibilità o della raccomandazione per la vaccinazione Covi – 19 nelle donne in gravidanza. L’ambiente è cambiato durante il 2021, quando i vaccini Covid – 19 sono stati raccomandati dagli organismi di raccomandazione applicabili (ad es. ACIP negli Stati Uniti) per le donne incinte in tutti i paesi partecipanti / pianificati e, di conseguenza, il tasso di iscrizione è diminuito in modo significativo. Con il calo delle iscrizioni, lo studio aveva una dimensione del campione insufficiente per valutare l’obiettivo primario di immunogenicità e la comunicazione di questo studio controllato con placebo non poteva più essere giustificata a causa delle raccomandazioni globali”.

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In altre parole, stando a quanto avrebbe affermato Pfizer nella mail, la sperimentazione sarebbe stata interrotta anche perché le agenzie regolatorie avevano già garantito la sicurezza della vaccinazione a mRNA sia ai ginecologi che alle pazienti, per cui non aveva alcun senso proseguire. Una rivelazione parecchio scottante che mette in una posizione scomoda il colosso farmaceutico, peggio ancora se pensiamo alle gravi responsabilità di EMA e FDA.