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Pagamenti col pos, proseguono le polemiche: i possibili scenari futuri

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Le commissioni inerenti i pagamenti col pos costano sempre di più alle imprese italiane. Ecco chi è maggiormente penalizzato e quali potrebbero essere le contromisure per tamponare questa situazione

I pagamenti con il pos continuano a far discutere. Infatti le commissioni a carico degli esercenti nel lungo periodo sono piuttosto elevate, ragion per cui il malcontento non accenna a placarsi. Anzi, la situazione sembra essere arrivata al classico punto di non ritorno.

I dati resi noti da Confersercenti parlano chiaro e in vista dei dibattiti politici previsti in materia sembrano essere piuttosto calzanti. Scopriamo qual è il quadro attuale e quale invece potrebbero essere i cambiamenti in programma in grado di mettere d’accordo un po’ tutte le parti in causa.

Commissioni pos: le stime di Confesercenti e la proposta per il futuro

A pagare lo scotto più importante sono le imprese di piccole dimensioni, per questo urge una soluzione per provare a risolvere una contraddizione che ormai va avanti da troppo tempo, ovvero da 10 anni, da quando nel 2012 è stono stati introdotti i pagamenti elettronici attraverso il Decreto Crescita 2.0.

In questo lasso di tempo questa modalità di pagamento è diventata sempre più diffusa e molti cittadini ormai vanno in giro solo con carte o bancomat. Sono circa 3,9 milioni i pos operativi sul mercato ad oggi, un record a livello europeo che però non va di pari passo con il numero delle transazioni che si pone al di sotto della media.

Tra i dati presentati da Confesercenti fa sicuramente scalpore quello sull’importo medio delle transazione, che è di 50 euro. Questo significa che il problema sta nelle cosiddette micro-transazioni. Sotto questo punto di vista sono sicuramente più colpite attività come tabaccherie, edicole, distributori di carburanti e tutte le attività che hanno dei margini esigui sui prodotti venduti.

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Sono circa 2,5 milioni le piccole imprese che hanno un fatturato inferiore ai 400mila euro all’anno. Dall’altro lato però bisogna considerare anche i benefici per lo Stato visto che il pos traccia i pagamenti e ha fatto recuperare 20,2 miliardi di evasione all’Agenzia delle Entrate nell’anno solare 2022. A ciò va aggiunta la modernizzazione del sistema economico del paese.

Per effetto di ciò una soluzione potrebbe essere la possibilità di rifiutare i pagamenti elettronici al di sotto dei 30 euro. Un’idea che avrebbe il favore di Confesercenti che in realtà vorrebbe rendere gratuite queste transazioni per chi fattura meno di 400mila euro all’anno. D’altronde l’obiettivo è quello di tutelare chi realmente non trae benefici da ciò.