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Pensione, alcune persone dovranno dire addio al trattamento: ecco chi rischia

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Alcune categorie di persone potrebbero dover dire addio all’assegno pensionistico, ma chi sono i soggetti maggiormente a rischio? Scopriamolo nelle prossime righe.

Come molti sanno, in caso di decesso di un cittadino prossimo titolare di pensione INPS oppure lavoratore iscritto ad una delle gestioni previdenziali INPS, viene riconosciuta ai superstiti un particolare trattamento previdenziale, ovvero, la pensione di reversibilità.

L’assegno pensionistico può essere rivolta ai coniugi, ai figli minori o maggiorenni e ad altri particolari eredi del deceduto, purché venga presentata un’apposita domanda di accesso alla misura all’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale.

Tuttavia, non si tratta di un trattamento permanente ed immutabile. Infatti, è necessario possedere specifici requisiti, in mancanza dei quali, la pensione può essere ridotta, sospesa o, peggio, può decadere. Pertanto, alcune categorie di persone potrebbero dover dire addio al trattamento, ecco chi rischia.

Pensione di reversibilità chi rischia lo stop del trattamento

Come abbiamo visto, la pensione di reversibilità è una forma di sostegno pensionistico riconosciuto ai familiari superstiti di un pensionato o di un lavoratore deceduto. L’importo viene erogato mensilmente dall’INPS e per legge può essere riconosciuta al coniuge, ai figli minori o maggiorenni e ad altri particolari eredi del deceduto, salvo che venga presentata un’apposita domanda all’Istituto previdenziale.

Tuttavia, questo diritto non sempre è a tempo indeterminato. Nel caso dei coniugi, ad esempio, il diritto al riconoscimento della pensione di reversibilità decade nel momento in cui egli contragga un nuovo matrimonio. Per i figli minori, il diritto cessa al compimento dei 18 anni, salvo che non siano studenti o studenti universitari. Infatti, in questo caso, la soglia sale rispettivamente a 21 e 26 anni di età. I figli affetti da disabilità possono perdere il diritto alla pensione di reversibilità, qualora dovesse venir meno il loro stato di inabilità, lo stesso vale per i nipoti. Per quanto riguarda i genitori del deceduto, invece, non possono beneficiare del trattamento se già titolari di un altro trattamento pensionistico. Mentre per i fratelli e le sorelle il diritto decade nel caso in cui dovessero contrarre matrimonio, dovesse cessare lo stato di inabilità o dovessero essere titolari di un’altra pensione.

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Va specificato, che in ogni caso la pensione di reversibilità non prevede l’erogazione dell’intero importo che spettava al defunto, ma viene calcolata una quota percentuale del trattamento che varia in base al grado di parentela del beneficiario. Facendo un esempio pratico, al coniuge viene riconosciuto il 60 per cento dell’importo, la percentuale sale a 70 per cento se la reversibilità è riconosciuta ad un solo figlio. Viene riconosciuto l’80 per cento se gli aventi diritto sono il coniuge ed un figlio, oppure, in caso di due figli senza coniuge. L’importo erogato è pari al 100 per cento solo se ad avere diritto alla reversibilità sono il coniuge e due figli o tre o più figli.