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Vaccini, arriva l’ok al risarcimento per danni | La svolta

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Una vera e propria svolta quella della Corte di Cassazione, che ha riconosciuto il diritto al risarcimento per danni irreversibili causati dal vaccino antinfluenzale.

Di recente, i vaccini sono tornati prepotentemente sotto i riflettori dopo il riconoscimento, da parte della Corte di Cassazione, del risarcimento danni da vaccino antinfluenzale, ai familiari di uomo deceduto per encefalo mielite, dopo aver provveduto alla somministrazione.

In una prima fase, la corte d’Appello aveva rigettato la richiesta di moglie e figli della vittima, perché secondo giudici l’uomo non rientrava tra i soggetti per i quali la somministrazione era fortemente raccomandata. A ribaltare la sentenza, però, ci ha pensato la Corte di Cassazione evidenziando come, ormai, le campagne di informazione e sensibilizzazione hanno proprio lo scopo di ottenere una più ampia copertura vaccinale possibile. Per questo motivo, indipendentemente da una pregressa e specifica condizione individuale di salute, di età, di lavoro o di convivenza, riguardano tutta la popolazione. Dunque, anche l’uomo.

Insomma, la Suprema corte ha accolto il ricorso dei familiari della vittima, ai quali era inizialmente stato negato l’indennizzo, sebbene fosse stata riconosciuta una correlazione tra il decesso e il vaccino antinfluenzale. Dunque, ribaltata la sentenza della Corte d’Appello, i familiari riceveranno il risarcimento.

Vaccini: quando si ha diritto al risarcimento

A seguito della battaglia legale dei familiari dell’uomo morto per encefalo mielite correlata alla somministrazione del vaccino antinfluenzale, la Cassazione ha emesso l’ordinanza n. 26615/2023 del 14 settembre 2023, con cui di fatto dà il via libera a possibili risarcimenti per danni da vaccinazioni raccomandate. La sentenza recita: “l’illegittimità costituzionale dell’art. 1, comma 1, della legge 25 febbraio 1992, n. 210 (indennizzo a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazioni di emoderivati), nella parte in cui non prevede il diritto all’indennizzo, alle condizioni e nei modi stabiliti dalla medesima legge, nei confronti di coloro che si siano sottoposti a vaccinazione antinfluenzale”.

Contrariamente a quanto sentenziato dai giudici di secondo grado, secondo la Suprema corte il diritto a ricevere un indennizzo non si poggia sull’obbligatorietà o meno della somministrazione del vaccino, ma si basa sui principi costituzionali di solidarietà, di salvaguardia della salute collettiva e, infine, di ragionevolezza.

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In buona sostanza, quando viene richiesto senso di responsabilità nei confronti della comunità nazionale, non deve essere lasciata sola una famiglia che subisce una grave perdita a seguito di tali condizioni create. Resta il fatto che la vaccinazione è uno strumento indispensabile nella prevenzione di eventuali malattie gravi, d’altro canto, però, sono necessarie misure a tutela di chi subisce danni ed effetti collaterali post somministrazione.