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Bonus dentista 2023: cosa fare per ammortizzare i costi delle onerose cure

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Ad onor del vero non si tratta propriamente di un bonus, ma consente di risparmiare sulle spese odontoiatriche seppur in maniera minima

Curarsi i denti non è mai uno scherzo né a livello di stress (alle volte i trattamenti possono essere piuttosto invasivi) né a livello economico. Per questo in tanti si rifugiano nelle agevolazioni esistenti in materia. Pur non essendoci un vero e proprio bonus dentista si può infatti fare qualcosa per tamponare la situazione e risparmiare qualcosina di questi ingenti spese.

In realtà un provvedimento in tal senso è atteso da anni visto che molti italiani per via dei costi elevati non riescono a prendersi cura della propria salute dentale. Anche le voci su un presunto contributo da 500 euro da spendere in cure odontoiatriche non hanno nessun fondamento così come quella dentista sociale a cui rivolgersi beneficiando di tariffe basse.

Bonus dentista 2023: quali sono le agevolazioni previste

Quindi le uniche possibilità per abbattere i costi stanno nell’optare per le cure odontoiatriche gratuite che sono a carico del Servizio sanitario nazionale che nel dettaglio si rivolgono o a determinate categorie di soggetti in condizione di particolare vulnerabilità sia sanitaria che sociale. L’altra opzione riguarda i programmi di tutela della salute odontoiatrica nell’età evolutiva (0-14 anni).

Infatti sono gratuiti i controlli che vengono effettuati nella fase di sviluppo dei bambini al fine di prevenire l’insorgenza di patologie dentali. Ma non è tutto. Si può accedere a prestazioni gratuite o che prevedono al massimo il pagamento del ticket sanitario nel caso di controlli e trattamenti finalizzati all’individuazione di neoplasie del cavo orale.

Discorso identico nel caso di interventi urgenti utili a salvaguardare la salute del paziente come ad esempio un’emorragia o una grave infiammazione. In tutti gli altri casi non resta (a patto che si abbia la disponibilità) di ricorrere ad un dentista privato. Questo genere di spese possono comunque essere in una minima parte recuperate.

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Al pari di tutte le altre tipologie di visite mediche esiste infatti la possibilità di portare in detrazione nella misura del 19% la parte di spesa che supera la franchigia di 129,11 euro. Al contempo bisogna prestare molta attenzione visto che non tutte le spese dentistiche possono essere portate in detrazione. Sono esclusi tutti i trattamenti considerati estetici tra cui rientra anche lo sbiancamento dentale. Rientrano nella detrazione al 19% i costi sostenuti per l’acquisto o l’affitto di dispositivi medici come apparecchi per i denti e protesi dentarie.