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La cultura del fast fashion ci sta uccidendo | Shein, quando il risparmio diventa un problema

Condizioni di lavoro impossibili nascoste da una facciata di convenienza: il vero prezzo del fast-fashion. - Solofinanza.it
Condizioni di lavoro impossibili nascoste da una facciata di convenienza: il vero prezzo del fast-fashion. – Solofinanza.it

Sempre più spesso usiamo siti e app per acquisti scontati, ma la verità dietro a queste aziende è un incubo che è necessario affrontare.

In un periodo caratterizzato dall’inflazione, molti consumatori occidentali cercano soluzioni convenienti, spesso rivolgendo il proprio sguardo al mondo del web nella corsa al risparmio.

Tra i siti più di successo in ambito di retail, il più celebre è di certo Shein. Il colosso cinese di rivendita di abbigliamento e articoli per la casa offre prodotti a prezzi ultra-convenienti, dietro cui, tuttavia, si nascondono pratiche poco trasparenti o eticamente discutibili.

Con ricavi da 23 miliardi di dollari, Shein ha conquistato i portafogli dei consumatori offrendo indumenti e prodotti di scarsa qualità a pochi euro, con sconti che arrivano fino al 90%. Ma a quale (reale) prezzo?

Dietro a siti come Shein e ai suoi numerosi emulatori esiste un modello di business già affermato, che mira a sfruttare non solo i dipendenti, ma una tendenza al consumismo sempre più popolare.

Impatto ambientale, condizioni di lavoro e impulsività del consumatore

La parola d’ordine è produzione di massa. Shein sfrutta un sistema di algoritmi e analisi dati avanzate che permette di catturare le tendenze di ricerca degli utenti e guidare la produzione di capi che vengono rapidamente messi sul mercato. Tutto ciò accade a scapito dei lavoratori e dell’ambiente: Shein è sotto i riflettori non solo per il suo impatto ambientale, con il 15% dei suoi capi contenenti sostanze chimiche pericolose secondo Greenpeace, ma anche per le condizioni di lavoro disumane nelle fabbriche. I dipendenti, spesso sottopagati, lavorano in ambienti pericolosi e vivono in condizioni inaccettabili. Violenze ai diritti, turni infiniti e un ambiente di lavoro insalubre sono all’ordine del giorno.

L’ascesa di Shein nel mercato internazionale è stata accelerata dalla sua capacità di offrire prodotti di tendenza a prezzi bassissimi, ma non senza un costo umano. Le accuse di violazione dei diritti d’autore e sfruttamento del lavoro portano a seri interrogativi sulla sostenibilità del modello di business dell’ultra-fast fashion. Un documentario prodotto dall’emittente britannica Channel 4 rivela come l’app e il sito web di Shein siano progettati per incoraggiare l’utente a continuare a scorre il feed in modo infinito, in un modello simile a quello dei social media. L’uso di tecniche di marketing aggressive come spedizioni gratuite al raggiungimento di una spesa totale e sconti con timer in scadenza spingono gli acquirenti a effettuare acquisti impulsivi, senza riflettere sulle conseguenze ambientali e sociali dei loro acquisti.

Shein, Temu e Miniso sotto accusa anche a causa di furto di dati e pubblicità invasive. - Solofinanza.it
Shein, Temu e Miniso sotto accusa anche a causa di furto di dati e pubblicità invasive. – Solofinanza.it

La corsa a chi ha di più danneggia noi e il mondo in cui viviamo

Il successo di Shein ha aperto la strada ad altri colossi cinesi dell’ultra-fast fashion che seguono modelli simili di produzione e marketing, come Miniso, che possiede anche sedi fisiche in Italia, e Temu, finito nel mirino dei media a causa di un furto di dati bancari. Anche in questo caso troviamo prezzi bassi, timer per spingere ad acquisti scontati e, dietro la facciata di convenienza, danni ambientali e psico-fisici ai lavoratori. La moda del fast fashion è ormai un fenomeno globale, che porta ad un deterioramento delle condizioni ambientali già critiche a favore di produzione rapida e consumo eccessivo. Secondo alcuni studi, l’industria della moda è responsabile del 10% delle emissioni globali di gas serra e dell’inquinamento delle acque, senza considerare le enormi quantità di rifiuti tessili, spesso contenenti sostanze nocive.

C’è un urgente bisogno di una riflessione critica sulla nostra cultura del consumo e sulla responsabilità delle aziende nel settore della moda. La consapevolezza dei consumatori può svolgere un ruolo cruciale nel cambiare le pratiche delle aziende, premiando quelle che adottano modelli sostenibili ed eticamente responsabili. Anche in un periodo di grandi acquisti e saldi è essenziale riflettere sulle nostre scelte e selezionare aziende impegnate nella sostenibilità e nell’etica: ciò non solo ci permette di fare regali significativi, ma contribuisce anche a un futuro più sostenibile per il nostro pianeta. La responsabilità è nelle nostre mani, e ogni acquisto può essere un voto per un mondo migliore.