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Bonus 110: cosa succederà ai cantieri bloccati? La decisione sulla cessione del credito

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Foto di 2211438 da Pixabay
Problemi con il bonus 110: tanti i cantieri bloccati, ma qualcosa comincia a muoversi. Ecco cosa succederà a tutti i lavori in corso che sono stati sospesi.

Il bonus 110 era stato introdotto dal governo Conte e rifinanziato dal governo Draghi: ora si attende di conoscerne la sorte dopo la formazione del nuovo esecutivo.

La situazione attuale vede numerosi cantieri in stallo dopo i limiti imposti alla cessione del credito a seguito delle diverse truffe individuate. Nato come strumento a disposizione di chiunque non potesse contare sulla liquidità necessaria per poter avviare lavori di ristrutturazione importanti, il bonus si è rivelato una scelta fallimentare che rischia di lasciare cantieri aperti per molto tempo.

In cosa consiste il superbonus 110? Si tratta di una detrazione fiscale divisa in più anni: in sostituzione della detrazione è possibile optare per sconto in fattura o cessione del credito. Proprio su quest’ultima opzione ci sono stati diversi interventi legislativi per combattere le frodi fiscali. Attualmente cosa succedere a chi deve eseguire dei lavori sulla propria casa? Scopriamolo insieme!

Come detto il committente può usufruire di una detrazione fiscale o optare per la cessione del credito, meglio conosciuta come “sconto in fattura”. La cessione può essere fatta verso qualsiasi soggetto, anche l’impresa che effettua i lavori: a sua volta l’acquirente del credito può utilizzarlo o cederlo ulteriormente ma solo ad un soggetto vigilato, cioè banche, assicurazioni o società finanziarie autorizzate.

Bonus 110: cessione del credito e vigilanza sulle frodi fiscali, ecco cosa succede

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Foto di LEEROY Agency da Pixabay

Chi acquisisce il credito in seguito al secondo trasferimento può utilizzarlo in compensazione o effettuare una sola cessione ad un altro soggetto vigilato: dalla terza cessione non è possibile farne ulteriori, ma il credito può essere solo utilizzato in compensazione. C’è un’eccezione: se l’acquirente della terza cessione è una banca quest’ultima può cedere il credito a soggetti professionali e con partita IVA che siano propri correntisti.

L’istituto bancario è chiamato a vigilare sul processo per evitare illeciti: a rispondere di eventuali frodi è il committente ma la banca potrebbe essere coinvolta con responsabilità solidale. In particolare la banca deve vigilare sulla documentazione da presentare per la richiesta e per ogni cessione, ma non è tutto: ci deve essere controllo anche sull’eventuale eccessiva differenza tra il valore dell’immobile oggetto dei lavori e l’importo dei lavori da effettuare. Bisogna prestare molta attenzione ai lavori di importo elevato che vengano attribuiti a famiglie dal reddito basso: in questo caso la discrepanza appare evidente e c’è rischio di frode da monitorare.