La polizia postale vuole i tuoi soldi! Parte l’allarme dal Ministero dell’Interno
Il Ministero dell’Interno ha aggiornato il suo portale con la nuova truffa che coinvolge non solo la Polizia Postale ma anche lo stesso Ministero, la Repubblica Italiana ed addirittura l’Europol. Ecco come gli hacker stanno provando a rubare tutto.
Le email ricevute da moltissimi italiani comprendevano accuse davvero molto gravi, arrivando ad accusare di pedofilia le vittime che, spaventate dai toni minacciosi hanno fornito i propri dati sensibili, lasciando liberi i truffatori di accedere ai propri conti correnti.
La truffa della Polizia Postale
La nuova campagna di phishing segnalata dal Ministero dell’Interno prevede l’invio di un numero incredibilmente alto di mail, al cui interno compare un’accusa molto grave effettuata da una finta Polizia Postale.
Nella mail si può leggere: “Stiamo avviando un procedimento legale contro di lei per pedo-pornografia, pedofilia, cyber pornografia, traffico sessuale”.
I truffatori, per cercare di rendere ancora più autentica la mail, hanno aggiunto un file contenente la denuncia ed anche i loghi della Repubblica Italiana, del Ministero dell’Interno, dell’Europol e della Polizia Postale. I toni presenti all’interno della comunicazione sono molto distanti da quelli comunemente utilizzati dalle autorità, infatti le vittime sono state minacciate di procedimenti penali o sanzioni in caso di una mancata collaborazione nelle indagini.
Si tratta purtroppo dell’ennesimo tentativo di furto di denaro ed identità che ha colpito l’Italia in questi anni, secondo le statistiche infatti i danni causati da truffe simili risultano superare i 150 milioni di euro.
Perché la truffa funziona
Il punto forte delle campagne di phishing riguarda proprio l’inganno in cui cascano le vittime che per paura o per fiducia decidono di condividere i propri dati personali.
Generalmente gli hacker che creano le mail o gli sms trappola sono capaci di spacciarsi sia per una fonte autoritaria, come appunto la Polizia, i Ministeri e le altre istituzioni più importanti, che per una fonte che si è guadagnata la fiducia dei propri clienti, come Amazon, aziende che gestiscono il traporto di pacchi o le Poste Italiane.
In questo modo i truffatori riusciranno a sfruttare le basse difese delle vittime per ingannarle tramite semplici richieste, al fine di conoscere ed utilizzare i conti bancari ed i dati sensibili di ogni persona.
Chi riceve questo tipo di comunicazione, viene generalmente invitato a visitare una pagina web tramite il link allegato nella mail, ovviamente però il sito, anche se all’apparenza può essere similare a quello ufficiale, rappresenta solo un’esca che convince più o meno facilmente le vittime ad inserire numeri, dati e password personali.