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Riscaldamento, legna tossica da non bruciare: come riconoscerla ed evitarla

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Col rincaro del pellet e del gas, in molti hanno deciso di tornare a scaldarsi con la legna del fuoco, ma alcuni ancora continuano a bruciare della legna tossica.

In alcuni ciocchi di legno potrebbero nascondersi delle sostanze che, una volta bruciate, vengono disperse nell’ambiente e all’interno della canna fumaria, dove rimangono intrappolate e diventano motivo di intasamento, portando seri problemi all’impianto di riscaldamento.

In questo articolo vedremo qual è la legna tossica da non bruciare, e scopriremo qual è la legna migliore da utilizzare sia per massimizzare l’efficienza energetica del combustibile, sia per garantire il rispetto dell’ambiente.

Legna Tossica: qual è quella che non bisogna mai bruciare

Una delle norme principali per non rilasciare nell’aria delle sostanze dannose per la salute, è quella di non bruciare mai del mobilio vecchio, verniciato e cosparso di colle e solventi.

A questi oggetti si aggiunge anche il pallet, le plastiche in genere e anche il truciolare.

Inoltre, è bene evitare anche gli avanzi del falegname, nonché la legna con un’elevata percentuale di umidità, come la legna verde.

Per quello che riguarda il tipo di legname da bruciare, bisogna preferire le specie botaniche senza resine.

Bruciare legna di pino o abete, infatti, provoca la combustione e il rilascio nell’aria di resine tossiche, che potrebbero anche intasare la canna fumaria.

Il materiale che viene bruciato non deve mai contenere un’elevata percentuale di umidità, come succede ad esempio nelle specie idrofile come il faggio.

Allo stesso modo, bisogna attentamente considerare la combustione di specie come la roverella, il carpino nero e il frassino.

Quale legna bruciare: qualche semplice regola

Nell’acquisto del miglior legname combustibile bisogna prendere in considerazione la stagionatura del prodotto: a una maggiore stagionatura, infatti, corrisponde il minor rischio di avere un prodotto dalla bassa qualità ed efficienza.

Il tempo di stagionatura più adatto per il legname di qualità è di 18 mesi. Se si ha un prodotto stagionato per questo numero di mesi, infatti, non si corre il rischio di bruciare legna umida.

Un occhio di riguardo si deve avere anche in riferimento alla dimensione del ciocco di legno.

L’ideale sarebbe bruciare legna con un diametro inferiore ai 30-35 cm.

Queste due regole sono fondamentali perché, nell’un caso, bruciare legna umida significa ottenere il risultato sperato in ritardo, con un notevole dispendio di energia che rende inefficiente l’assorbimento del calore.

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Nell’altro caso, bruciare legna troppo grossa porta a un risultato simile, in quanto la combustione del grosso ceppo di legno è più difficoltosa e rende poco nel breve tempo.