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Lavorare da casa, cosa serve per aprire uno studio tutto nostro

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Il mondo del lavoro è diventato ormai molto vario e le persone cercano ormai di vivere le ore lavorative in modo meno stressante possibile, riuscendo anche a risparmiare quanto basta.

Uno dei maggiori costi sostenuti dai professionisti non dipendenti è di sicuro l’affitto di un ufficio in cui lavorare, che spesso inoltre si aggiunge all’affitto della propria casa. Proprio per questo in molti vogliono aprire il proprio studio in casa, ecco cosa serve fare.

Lavorare da casa, quando possibile, è una possibilità davvero interessante che sempre più persone cercano di afferrare al volo. Durante il periodo del lockdown dovuto al diffondersi del Covid19 ogni tipo di contatto è stato effettuato da remoto, ottenendo una normalizzazione dei vantaggi offerti da questa tipologia di lavoro. Ora che gli obblighi sono venuti meno è possibile pensare all’apertura di uno studio tra le mura di casa.

Per aprire uno studio che sia legalmente riconosciuto però bisogna valutare molti fattori, tra cui il luogo in cui si trova la casa (in condominio o in casa singola), se l’attività è aperta al pubblico o può essere condotta senza il contatto con i clienti e se l’appartamento avrebbe bisogno di modifiche strutturali per rendere a norma l’attività professionale.

Il primo nodo da sciogliere, qualora l’appartamento sia presente in un condominio, riguarda la lettura del regolamento condominiale, il quale potrebbe vietare categoricamente questa possibilità e l’approvazione da parte degli altri condomini in un’assemblea, che deve essere del 50%+1 o all’unanimità (nel caso in cui l’attività sia vietata da regolamento).

Come aprire uno studio in casa propria

A livello tecnico, qualora l’attività preveda l’incontro con i clienti di persona, si dovrà procedere con il cambio di destinazione d’uso della porzione di appartamento che sarà destinato al lavoro. Questa distinzione dei locali deve essere fatta anche senza ristrutturazioni e deve essere consentita dal piano regolatore del comune. Per procedere con l’ufficializzazione del cambio d’uso si dovrà anche presentare una DIA o una SCIA firmata da un tecnico abilitato comunale.

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Quando invece l’appartamento ha bisogno di ristrutturazioni bisogna prepararsi per attendere molto più tempo dato che il permesso viene concesso solo presentando all’Agenzia delle Entrate una dichiarazione di variazione d’uso catastale, con il quale cambieranno anche la quantità di imposte e tasse da pagare.

I cambiamenti avvengono anche dal punto di vista fiscale infatti il Testo unico delle imposte sui Redditi consente di aprire un proprio studio all’interno delle mura domestiche, consentendo al professionista di dedurre molte spese sia dell’affitto che delle modifiche all’appartamento.