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Tfr, in arrivo liquidazioni più ricche per i lavoratori dipendenti: ecco perché!

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Nel 2022 la rivalutazione ufficiale del Tfr è stata la più alta da tanto e, potrebbe aumentare ancora nel 2023. Facciamo il punto della situazione e cerchiamo di capire perché sono in arrivo liquidazioni più ricche.

Il TFR o Trattamento di Fine Rapporto, è l’importo spettante al lavoratore dipendente in ogni caso in cui cessi il proprio rapporto di lavoro. In base a quanto previsto dalle normative del nostro Paese, ogni lavoratore ne ha diritto, indipendentemente dal motivo per cui c’è stata l’interruzione del rapporto di lavoro. Quindi, il TFR viene riconosciuto non solo al raggiungimento dell’età pensionabile, ma anche in caso di dimissioni o licenziamento.

Il trattamento di Fine Rapporto, viene calcolato sommando per ogni anno di lavoro una quota pari al 6,91% della retribuzione annua. Tanto per fare un esempio pratico, nel caso di una retribuzione lorda pari a 25 mila euro, sarà maturata una quota annua TFR pari a 1.727 euro (25 mila X 6,91%). In altre parole, la quota di Trattamento di Fine Rapporto corrisponde a circa una mensilità lorda.

Per chi non lo sapesse, proprio come le pensioni e le prestazioni assistenziali, anche il Tfr è soggetto a rivalutazione annuale. La rivalutazione ha l’obiettivo di adeguare gli importi accantonati all’andamento dei prezzi al consumo per le famiglie dei lavoratori dipendenti, per cui, anche il fondo Tfr 2022 verrà rivalutato con una percentuale che sfiora il 10%, la più alta da tanto tempo. Di seguito tutti i dettagli.

Tfr, in arrivo liquidazioni più ricche per i lavoratori dipendenti

Secondo quanto stabilito dal Codice Civile, ad eccezione della quota maturata nell’anno, al fondo TFR viene applicata una rivalutazione che, ha lo scopo di adeguare gli importi maturati all’andamento dell’inflazione, stabilita dall’Istat. Per il 2022, come conseguenza della gravissima crisi economica che ha colpito il nostro Paese, il valore di riferimento per il calcolo della rivalutazione è tra i più alti da tantissimo tempo. Infatti, ammonta al 9,97%.

Questo significa che gli importi di TFR liquidati per il 2022 devono essere valutati quasi al 10%. La situazione rivalutazione potrebbe andare meglio ancora per il 2023. Questo perché, come abbiamo già detto, la rivalutazione viene adeguata al tasso di inflazione, che con molta probabilità tenderà a rimanere sui livelli attuali, se non addirittura aumentare nel corso di quest’anno.

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Tuttavia, come sempre c’è una contropartita. Infatti, una rivalutazione alta del TFR implica il versamento del relativo onere fiscale. Pertanto, chi incassa la liquidazione dovrà pagare un’imposta sostitutiva pari al 17% sugli importi rivalutati. Somme che potrebbero incidere notevolmente sul trattamento di fine rapporto da ricevere.