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Reddito di cittadinanza: se lo vuoi ti fai prendere in carico dai servizi sociali, è la fine dei furbetti

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E’ arrivata la stretta al Reddito di Cittadinanza. L’Italia volta pagina, sarà la fine dei furbetti?

Come più volte annunciato in fase di campagna elettorale, il nuovo governo di centrodestra manda in pensione il Reddito di Cittadinanza che sarà presto sostituito da una nuova misura. Il nuovo sussidio, che partirà il prossimo anno, però, sarà riconosciuto solo ai nuclei familiari in situazioni di difficoltà economica con minorenni o disabili oppure ultrasessantenni. Chi può lavorare, invece, si vedrà riconoscere un aiuto notevolmente ridotto, destinato a decadere al primo rifiuto di un posto di lavoro.

Insomma, cala il sipario sul Reddito di cittadinanza per dare spazio ad un sussidio nuovo di zecca che promette a chi è in grado di lavorare, di risultare più magro rispetto al suo predecessore.

Il Governo è fermamente deciso a voltare pagina, sarà questa la fine dei furbetti? Nelle prossime righe cerchiamo di fare il punto della situazione.

Addio al Reddito di Cittadinanza, sarà la fine dei furbetti?

Gli italiani diranno presto addio al Reddito di Cittadinanza per dare spazio al nuovo strumento del Governo Meloni. Il nuovo sussidio per chi è in difficoltà, partirà dal 2024, ma già promette un grosso risparmio per le casse statali. Secondo le stime, il primo anno costerà poco più di 5,4 miliardi, esattamente due in meno rispetto al Reddito di Cittadinanza. Infatti, l’Assegno di Inclusione, questo il suo nome, sarà riconosciuto solo ai nuclei familiari con minorenni o anziani ultrasessantenni oppure disabili.

Proprio come previsto nel decreto del lavoro, avrà diritto al beneficio solo chi soddisfa determinati requisiti. In particolare, l’Assegno di Inclusione viene riconosciuto se si ha un Isee non superiore a 9.360 euro ed un reddito familiare complessivo non superiore a 6 mila. L’importo minimo riconosciuto sarà pari a 480 euro, ma può salire a 630 euro mensili, nel caso in cui sotto lo stesso tetto ci siano anziani di età superiore a 67 anni o persone affette da gravi disabilità. In più, è previsto un contributo di 280 euro per l’affitto con contratto regolarmente registrato. In altre parole, al massimo è possibile raggiungere un importo di 780 euro al mese.

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Il discorso cambia nel caso dei cosiddetti occupabili. Chi può lavorare riceverà solo 350 euro al mese e per un periodo ridotto rispetto ai tempi del Reddito di Cittadinanza (un anno non rinnovabile). Inoltre, l’Assegno di Inclusione viene riconosciuto solo a patto che il richiedente si impegni a seguire un corso di formazione. Va specificato, che il sostegno verrà immediatamente sospeso in caso di rifiuto di un offerta di lavoro a tempo indeterminato sull’intero territorio nazionale, oppure, se è a termine entro 80 km da casa.