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Attenzione, il Fisco ha tre strumenti per scoprire chi sbaglia: attacco senza precedenti

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Ecco in che modo avvengono gli accertamenti fiscali da parte dell’Agenzia delle Entrate e come fa a capire chi paga le tasse e chi invece non adempie ai propri obblighi

I controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate sono all’ordine del giorno. D’altronde per cercare di evitare furbate o movimenti sospetti c’è bisogno di un lavoro costante e meticoloso. Al contrario di quanto si pensa però non avviene tramite un funzionario che si mette a verificare le dichiarazioni dei redditi di tutti i contribuenti o di quelli a maggior rischio evasione.

Sarebbe praticamente impossibile sia per modalità che per tempistiche. Inoltre l’amministrazione finanziaria non dispone di risorse così numerose. Per questo il Fisco si avvale si software che sono in grado attraverso il confronto di alcuni indicatori presenti nell’Anagrafe tributaria di verificare autonomamente le possibili condotte illecite.

I tre strumenti di controllo dell’Agenzia delle Entrate

Sono sostanzialmente tre le armi con cui il Fisco può scoprire chi paga le tasse o meno. La prima è il redditometro. Trattasi di un software in grado di effettuare dei paragoni tra le spese sostenute dal contribuente in un periodo d’imposta e i redditi dichiarati. Qualora le uscite dovessero risultare superiori di oltre il 20% delle entrate scatterebbe un allarme che porterebbe l’Ade a richiedere spiegazioni al contribuente in difetto.

La seconda arma è quella del risparmiometro, che non sarebbe altro che un algoritmo innovativo sviluppato dall’Agenzia delle Entrate che monitora la corrispondenza tra risparmi e il reddito dichiarato dal contribuente. Differisce dal redditometro solo per quanto concerne ciò che calcola visto che nel primo caso vengono prese in considerazione le spese e in questo i risparmi.

Di fatto questo strumento è in grado di verificare se il volume del denaro risparmiato da un cittadino è compatibile con le spese che deve sostenere per mantenere se stesso e la sua famiglia. Se risulta che il reddito sul conto corrente è superiore a tale soglia scatta immediatamente l’accertamento.

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L’ultima strumentazione è l’Anagrafe dei conti correnti più propriamente definita come “Registro dei rapporti finanziari”. È un maxi database con cui il Fisco controlla tutti i contratti in essere tra i cittadini e gli istituti di credito. È un archivio alimentato dalle info che le banche forniscono all’agenzia e che aggiornano annualmente. Diventano oggetti di verifica i conti correnti, i finanziamenti, gli investimenti e le cassette di sicurezza. In questo modo è possibile sapere tutto ciò che fa un contribuente con i propri soldi: versamenti, prelievi, bonifici effettuati e ricevuti e il saldo del conto.