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Quanto costa la bolletta della luce per un’utenza domestica non residente? Attenzione in pochi lo sanno davvero

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Non tutti lo sanno, ma c’è una notevole disparità tra le bollette elettriche intestate ai residenti rispetto a quelle intestate ai non residenti ed il conto è davvero salato.

Gli aumenti delle bollette per i consumi di energia elettrica continuano a preoccupare in modo serio le famiglie italiane. Del resto, si tratta di una delle voci che più incidono sul bilancio degli italiani. I rincari dei costi dell’energia elettrica sono cresciuti in maniera esponenziale, fino a toccare un più 68 per cento, causando un incremento della spesa di circa 823 euro per una famiglia tipo con una fornitura attiva nel mercato tutelato.

A questi rialzi dei prezzi, molti utenti dovranno aggiungere una spesa extra. Nello specifico, gli intestatari di una fornitura elettrica non residenti come, ad esempio, i proprietari di una casa vacanza al mare o in montagna, devono sostenere un costo aggiuntivo, ovvero, il canone annuo fisso, che va ad aggiungersi ai consumi e alle spese.

In questo caso si parla di utenza domestica non residente, quindi, un contratto di fornitura di energia che riguarda un’abitazione non occupata, come per l’appunto può essere una casa vacanze oppure una residenza secondaria. Non tutti lo sanno, eppure, il conto può essere davvero salato! Proprio come da delibera Arera 582/2015/R/eel, le tariffe previste per i titolari non residenti, sono più gravose rispetto a quelle applicate per i residenti, questo anche a parità di consumi energetici.

Quanto costa la bolletta della luce per un’utenza domestica non residente

Insomma, il peso delle bollette per il consumo di energia elettrica varia, anche notevolmente, tra utenti residenti e non residenti. In particolare, la bolletta luce non residente riporta una quota fissa di circa 135 euro all’anno.

Il motivo è da ricercarsi nella Riforma delle tariffe elettriche del 2017, con la quale è stato mandato in pensione la tariffa di tipo progressivo, che prevedeva una spesa da sostenere in base ai consumi, per passare ad una struttura tariffaria non progressiva, definita TD, dove sono diverse le voci che compongono la tariffa. Pensiamo alle spese per il trasporto dell’energia, la gestione del contatore e gli oneri di sistema, questi sono uguali per tutti, ad ogni livello di consumo e corrispondono a quasi il 40 per cento della nostra bolletta.

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In buona sostanza, indipendentemente dai livelli di consumo elettrico in una casa, il canone fisso è sempre applicato. A questo punto, una buona idea potrebbe essere quella di raccogliere il maggior numero di informazioni sulle tariffe applicate per i non residenti prima di stipulare un nuovo contratto.