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Turismo del sonno, cos’è e come metterlo in pratica: sempre più italiani lo vogliono

turismo del sonno
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Si tratta di una nuova frontiera di viaggio che consente alle persone di potersi rifocillare per poi tornare nuovamente ai ritmi della quotidianità

Il turismo del sonno meglio noto come la terminologia inglese “sleep tourism” sta andando sempre più per la maggiore negli ultimi anni. Molte persone infatti non vanno più in viaggio per visitare e scoprire nuovi posti, ma semplicemente per riposarsi e staccare dalla routdine quotidiana.

Fino a qui sembrerebbe tutto normale, ma in realtà si tratta di qualcosa di più meticoloso che merita un approfondimento accurato e dettagliato. Vediamo quindi qual è l’obiettivo principale di questo genere di vacanza.

Turismo del sonno: il significato del concetto

A prescindere da dove si va, da cosa si mangia e da quali attrazioni eventualmente si visitano, ciò che conto di più di ogni altra cosa è dormire in modo sano e per il giusto numero di ore. Chiaramente anche il posto deve essere sereno e consentire che il sonno sia il più piacevole possibile.

Dunque andando nel pratico, lo sleep tourism prevede di mettere da parte la frenesia tipica dei viaggi tradizionali e riscoprire il piacere del riposo e del sonno. Una tendenza nata soprattutto durante il periodo della pandemia, quando le persone si sono ritrovate maggiormente sotto pressione anche per via dell’incertezza dovuta alla situazione sanitaria.

Di fatto l’intento è riscoprire il vero senso della vacanza, ovvero il riposo. Per chi nutre questa esigenza sposare un turismo del genere è un un  toccasana da non lasciarsi assolutamente scappare. Soprattutto chi fa lavori logoranti e che richiedono un forte dispendio di energie fisiche può essere il compromesso giusto per ricaricarsi.

Sleep tourism
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Come applicarlo

Compresa bene la teoria è giunta l’ora di passare alla pratica e di capire come muoversi in tal senso. In tutto il mondo, Italia compresa, sono nate diverse strutture che offrono ai viaggiatori di vivere lo sleep tourism. Le strutture devono essere rigorosamente dotate di stanze insonorizzate, cibi e bevande ideati per favorire il sonno, aromaterapia, materassi e biancheria da letto estremamente confortevoli e cuscini per ogni tipologia di esigenza fisica.

Anche le attività devono andare di pari passo e devono favorire il sonno. Se il viaggiatore al termine del soggiorno ritrova la brillantezza ed è nuovamente pronto a tornare operativo significa che il lavoro è stato portato a termine nel migliore dei modi. In caso contrario va rivisto qualche particolare. D’altronde è più che fisiologico visto che il turismo del sonno è da ritenersi ancora in una fase embrionale.