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Attenzione a questa pianta: provoca un dolore così forte che può indurre a farla finita

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Può sembrare una leggenda metropolitana ma non lo è per niente: esiste davvero una pianta che una volta toccata causa degli effetti davvero devastanti

Alcune tipologie di piante possono essere deleterie per il nostro corpo. Entrarci a contatto potrebbe infatti causarci delle problematiche di non poco conto. Tra le più classiche c’è sicuramente l’ortica che al tatto provoca una reazione cutanea, dolore e bruciore. Sensazioni sgradevoli, ma nulla in confronto a quello che può succedere con altre specie.

Una in particolare ha degli effetti talmente devastanti che tutt’oggi è ancora oggetto di studi approfonditi. Stando ai racconti riguardanti questa pianta, pare che provochi un dolore così lancinante tanto da spingere il malcapitato di turno al suicidio. Ma come si spiega tutto ciò? Andiamo a scoprirlo nel dettaglio.

Cosa succede quando si entra a contatto con la Dendrocnide moroides

Parendo dal principio la pianta in questione si chiama Dendrocnide moroides e cresce prevalentemente in Australia. Alcuni esemplari però sono stati coltivati anche in determinati giardini botanici italiani tra cui quello di Trieste, che contiene diversi esemplari tra i più tossici del mondo.

La “pianta della morte” è composta da molteplici aculei urticanti che iniettano tossine molto potenti. L’effetto velenoso però si manifesta solo sull’uomo mentre gli animali sono immuni. Dunque una sorta di difesa che la pianta ha sviluppato per difendersi dai “nemici potenzialmente più pericolosi” come appunto gli esseri umani.

A trarre in inganno gli ignari soggetti è la conformazione della Dendrocnide moroides che ha una peluria morbida e invitante. Chi cade nella “trappola” inizia ad avvertire dei dolori così forti in tutte le parti del corpo tanto da maturare il pensiero che sia meglio morire piuttosto che patire la straziante agonia.

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Gli aculei urticanti una volta penetrati nella pelle possono rimanere anche 6 mesi e si ripristinano anche semplicemente quando ci si lava. Tra gli altri sintomi che testimoniano quanto possa essere pesante l’impatto con la sopracitata pianta c’è il gonfiore dei linfonodi. A rendere la situazione ancor più preoccupante è che il dolore può ritornare anche a distanza di settimane, di mesi e in qualche sporadico caso anche di anni.

Anche il solo avvicinarsi ad essa (senza nessun contatto) può essere rischioso. Infatti potrebbe risentirne il sistema respiratorio perché gli aculei urticanti sono in grado di penetrare nel naso. Starnuti violenti, difficoltà respiratorie ed emorragie sono le conseguenze che potrebbero verificarsi in seguito a questo incontro non propriamente distanziato.