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Reddito di cittadinanza, gli over 60 continuano a percepire il sussidio nel 2024

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Con l’arrivo del 2024 calerà definitivamente il sipario sul Reddito di Cittadinanza, ma cosa cambia per gli ultrasessantenni con il passaggio alle nuove misure?

E’ ormai noto a tutti che a partire dal 2024 gli italiani dovranno definitivamente dire addio al Reddito di Cittadinanza. A sostituirlo due nuove misure. Innanzitutto, il supporto per la formazione e il lavoro (SFL) che ha debuttato insieme al sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa, anche conosciuta come piattaforma SIISL dedicata all’incrocio tra domanda e offerta di formazione e lavoro. Il supporto per la formazione e il lavoro è la misura introdotta a favore dei soggetti cosiddetti occupabili, quindi, i cittadini italiani di età compresa tra i 18 e i 59 anni dei nuclei familiari con ISEE inferiore a 6 mila euro.

L’altra misura che prenderà il posto del Reddito di Cittadinanza è l’Assegno di Inclusione rivolto, invece, alle famiglie con almeno un componente minore, disabile, ultra sessantenne oppure preso in carico dai servizi sociosanitari territoriali. In questo caso, la misura prenderà il via a partire da gennaio 2024.

Ma cosa succederà agli over 60 percettori di Reddito di Cittadinanza con il passaggio alle nuove misure? Facciamo il punto della situazione.

Over 60, cosa cambia con il passaggio alle nuove misure?

Come ormai noto, il Reddito di Cittadinanza sta per andare in pensione. A sostituirlo due nuove misure, il supporto per la formazione e il lavoro e l’Assegno di Inclusione. Questo significa che neanche gli over 60 avranno più diritto alla misura targata Movimento 5 stelle.

Ad ogni modo, poco cambia perché le famiglie che hanno almeno un componente ultra sessantenne hanno comunque la possibilità di fruire del nuovo sostegno, ovvero, l’assegno di inclusione. Il contributo economico della nuova misura consisterà in una integrazione al reddito fino a 6 mila euro annuali (innalzata a 7.500 euro nel caso tutti i componenti abbiano almeno 67 anni o siano gravemente disabili), moltiplicato per la scala di equivalenza sulla base dei componenti, con importo minimo pari a 480 euro.

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L’assegno di inclusione prevede, inoltre, un’integrazione per il canone d’affitto fino ad un importo massimo di 3.360 euro all’anno o pari a 1.800 euro per le famiglie composte da persone con oltre 67 anni di età o con soggetti disabili gravi non autosufficienti. L’importo sarà accreditato mensilmente sulla Carta di Inclusione elettronica per una durata massima di 18 mensilità con sto di un mese ed eventuali rinnovi per ulteriori 12 mesi con un mese di sospensione. L’assegno di inclusione può essere cumulato a redditi da lavoro fino a 3 mila euro annui, opportunamente comunicati all’INPS.