Home » Fotocopie testi universitari: in quali circostanze è reato? Meglio saperlo prima

Fotocopie testi universitari: in quali circostanze è reato? Meglio saperlo prima

libreria
solofinanza.it

La Cassazione si è espressa chiaramente in merito: ecco qual è limite entro il quale si possono fotocopiare i libri universitari

Affidarsi ai testi universitari fotocopiati è una pratica a cui tanti studenti si sono affidati negli anni. Un escamotage che per quanto sia sbagliato a livello etico e legale ha portato gli studenti a risparmiare e non poco sui libri. Nonostante ciò è bene tenere a mente i rischi che si celano dietro questa attività.

Infatti la sentenza n. 44919 del 29 ottobre 2014 ha stabilito che fotocopiare un manuale universitario per fini commerciali, può far scattare per il titolare della copisteria il reato per illecita duplicazione di testi per uso non personale. Insomma c’è poco da scherzare, ma al contempo ci sono dei limiti entro cui questa prassi è consentita.

Fotocopie libri universitari: tutto quello che bisogna sapere

Andando per gradi la legge sul diritto d’autore stabilisce il divieto di riprodurre opere altrui, tra cui anche i libri universitari. La vigilanza di queste situazioni spetta alla SIAE e in particolare ai suoi ispettori. Il mancato rispetto degli obblighi della disposizione comporta delle sanzioni di carattere penale di non poco conto.

Tornando invece al limite di fotocopie per uso personale dei testi universitari è lecita fino al 15% del totale dell’intero manuale. Qualora non sia per uso personale e abbia finalità di lucro il discorso cambia. In questo caso scatta una condotta illecita sanzionabile a livello penale per questo la Cassazione è intervenuta sulla tematica.

Quest’ultima sostiene che se la riproduzione di opere letterarie di cui fanno parte anche i libri usati per la didattica universitaria viene fatta (nella sua totalità) per ragioni meramente personali, la sanzione consiste nella sospensione dell’attività stessa a cui viene aggiunta eventualmente una multa.

libri
solofinanza.it

Se invece dietro ci sono fini lucrativi allora il quadro è nettamente più complicato. Infatti scatta il reato punibile con la reclusione da sei  mesi a tre anni con una multa che va da un minimo di 2.582 euro ad un massimo di 15.493 euro. Cifre abbastanza importanti che dovrebbero far riflettere e allontanare le persone da tutto ciò.

D’altronde se si arriva a tanto si sfocia nell’attività commerciale non occasionale e finalizzata per l’utilizzo da parte di terze persone. L’esempio classico resta quello della matricola universitaria che si rivolge al titolare di una copisteria situata in zona. Per fortuna però negli anni sono aumentati i controlli e ciò ha portato ad una netta riduzione del fenomeno.