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Cosa si rischia a prestare la propria auto? Ecco quello che è meglio sapere prima di darla a familiari e conoscenti

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Prestare la propria auto a famigliari e conoscenti potrebbe riservare sorprese poco piacevoli, pertanto, è meglio conoscere i meccanismi imposti dalla legge.

Prestare la propria automobile a parenti o amici è una pratica parecchio diffusa e, sebbene si tratti di un gesto cortese, è bene ricordare che esistono degli accorgimenti da prendere per evitare conseguenze tutt’altro che piacevoli. Chiariamo subito che il prestito della propria auto è una pratica comune e perfettamente legale, sia dal punto di vista del Codice della Strada che assicurativo, salvo la presenza nel contratto di clausole restrittive.

Insomma, nel caso in cui le Forze di Polizia dovessero accertare che il conducente è un soggetto diverso dall’intestatario del veicolo, non possono elevare contravvenzione, se i due sono legati da un rapporto di familiarità e convivenza. Allo stesso modo, anche gli amici possono prendere in prestito la vettura di un conoscente, tuttavia, in questo caso è importante ricordare che qualora l’utilizzo dovesse essere continuativo e prolungato oltre i 30 giorni, è obbligatorio annotare, sulla carta di circolazione il nome del possessore dell’auto. In mancanza di questo, potrebbero scattare multe da un minimo di 728 euro a un massimo di 3.636 euro, oltre al sequestro del libretto stesso.

Ma non è tutto, perché il prestito dell’auto può comportare altre conseguenze legali che si verificano, come vedremo di seguito, tanto per il proprietario quanto per il conducente.

Cosa si rischia a prestare la propria auto

La legge nel nostro Paese non stabilisce che non sia possibile guidare un veicolo intestato ad un’altra persona

Ad esempio, se chi guida la vettura viene multato per eccesso di velocità o per aver attraversato un incrocio con il semaforo rosso acceso, la sanzione, così come l’eventuale decurtazione di punti dalla patente di guida, viene notificata al proprietario dell’automobile. Tuttavia, quest’ultimo conserva il diritto di indicare alla polizia il nome e il cognome di chi era al volante. Per vere validità la comunicazione deve pervenire entro 60 giorni dalla notifica dell’atto.

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Anche nel caso di incidenti, a rispondere è il titolare del veicolo ovvero la sua assicurazione. Questo significa che, sebbene la responsabilità dell’incidente sia di chi ha preso l’auto in prestito, a pagare gli eventuali danni sarà la compagnia assicurativa del proprietario e non quella del conducente terzo. Discorso diverso, qualora ci siano responsabilità penali per eventuali vittime o feriti. In questo caso, infatti, a risponderne sarà solo il guidatore e non chi ha la proprietà del mezzo.