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Pensioni, la stretta finale: ti chiederanno se sei ancora vivo

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Controlli serrati da parte dell’Istituto di previdenza sociale sui pensionati. Sembra che entro gennaio 2023 migliaia di pensionati dovranno inviare l’attestazione di esistenza in vita, pena la sospensione della prestazione pensionistica.  Ecco tutto quello che c’è da sapere.

La misura di controllo riguarda i pensionati italiani che vivono all’estero. A partire da mercoledì 14 settembre, partiranno verifiche approfondite ai pensionati italiani sparsi in circa 165 Paesi diversi dall’Italia. I beneficiari della prestazione, dovranno comunicare all’Inps di “essere vivi” per continuare a ricevere regolarmente il loro assegno pensionistico. Ecco come funziona l’accertamento per dimostrare che si è vivi.

Pensione: ecco chi rischia di perderla

I pensionati all’estero sono in numero davvero considerevole. Difatti, secondo quanto riportato dai dati sul sito dell’INPS, l’Istituto delle pensioni deve corrispondere 326 mila assegni pensionistici all’estero (per un importo complessivo di circa 1.375 milioni di euro). Le prestazioni pensionistiche riconosciute ai ‘lavoratori a riposo’ che vivono all’estero, corrispondono al 2,4% del totale delle pensioni pagate dall’istituto.

A tal proposito, l’accertamento dell’esistenza in vita diventa una fase molto importante. Questo non solo per aggiornare gli archivi ed evitare il rischio di erogare pagamenti non più dovuti in caso di decesso dei beneficiari, ma anche per evitare truffe e raggiri.

Si prevedono, dunque, controlli a tappeto per migliaia e migliaia di pensionati all’estero, a partire da questo mese di settembre e fino a gennaio 2023. Le principali aree interessate ai controlli sono quelle dell’Europa (escluse la Scandinavia e i Paesi dell’Est), l’Oceania e l’Africa.

Pensioni: come funziona l’accertamento di esistenza in vita

Il processo prevede la collaborazione di Inps con Citibank, l’istituto che paga le pensioni in territorio straniero. L’istituto di credito Citibank, curerà la spedizione delle richieste di attestazione dell’esistenza in vita nei confronti di questi pensionati. Successivamente, i pensionati dovranno restituire la documentazione debitamente compilata, alla Banca entro il 12 gennaio 2023. In caso di mancata presentazione della documentazione necessaria, il pagamento della rata di febbraio laddove possibile, avverrà in contanti presso le agenzie Western Union del Paese di residenza. In questa fase i beneficiari della prestazione pensionistica dovranno essere parte attiva del processo. Infatti, qualora il pensionato non dovesse provvedere a riscuotere personalmente la prestazione o non producesse l’attestazione di esistenza in vita entro il 19 febbraio 2023, il pagamento della pensione sarà immediatamente sospeso, dunque a partire dalla rata di marzo 2023.

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Le uniche nazioni che sono escluse dalle verifiche sono quelle con le quali l’Italia ha sottoscritto accordi per lo scambio telematico di informazioni fiscali.