Emicrania e sensibilità alla luce: trovata la correlazione
L’emicrania è una forma di mal di testa molto comune nella popolazione italiana e tra i numerosi sintomi c’è anche l’ipersensibilità alla luce, un disagio molto limitante che spesso porta le persone a doversi escludere da diversi contesti sociali.
Uno studio italiano ha trovato la correlazione che c’è tra sintomo e malattia, riuscendo a comprendere i meccanismi cerebrali che causano questa condizione dolorosa, specialmente per le persone che soffrono di emicrania in maniera continuativa.
Lo studio rivela la correlazione tra emicrania e sensibilità alla luce
Uno dei sintomi che colpisce la maggioranza degli individui vittime dell’emicrania è la sensibilità alla luce. Questa condizione è stata spesso al centro dei dibattiti scientifici, in quanto il mal di testa porta ad una diminuzione dell’attività dei neuroni nella corteccia visiva, quindi non mai stato chiaro come mai, durante questi eventi, i neuroni che dovrebbero essere meno attivi riescano invece a portare una trasmissione eccessiva degli stimoli visivi.
Lo studio condotto in Italia, costituito dalla collaborazione dell”Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, l’istituto di Neuroscienze del Cnr di Pisa e il Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Padova, e pubblicato sul ‘Journal of headache and pain’, si è concentrato proprio su questo dubbio, riuscendo ad ottenere risultati davvero interessanti.
Secondo lo studio, i neuroni, pur essendo meno attivi, riescono a sincronizzarsi in modo più veloce, propagando un’efficacia eccessiva che porta all’ipersensibilità. I neuroni anche se meno attivi infatti non smettono di viaggiare e di portare informazioni, tanto che riescono a sincronizzare le comunicazioni impacchettandole più velocemente di quanto non succeda senza emicrania.
Alberto Mazzoni, responsabile del Laboratorio di Neuroingegneria Computazionale della Scuola Superiore Sant’Anna e co-coordinatore del progetto ha dichiarato: “Per capire i comportamenti patologici dei neuroni partiamo sempre da un modello matematico del comportamento sano e poi studiamo come le modifiche che la malattia induce nei singoli neuroni portino a cambiamenti nella dinamica della rete e quindi a malfunzionamenti. Questo è possibile solo con una collaborazione molto stretta tra chi acquisisce i dati e chi li analizza e modella, ovvero i neurofisiologi e i neuroingegneri.
Questa scoperta apre la strada non solo a possibili cure mirate per gli effetti visivi del mal di testa, ma anche alla comprensione dei meccanismi di altre patologie che ci rendono ipersensibili alla luce.”
L’emicrania quindi sembrerebbe condividere alcune caratteristiche con altre malattie, come l’epilessia. Questo studio può aiutare a scoprire sempre di più i funzionamenti delle patologie così da trovare nuove cure e trattamenti per contrastarle e limitarle.