Novità sulle pensioni per il 2023, come cambieranno: chi ride e chi… sorride
In attesa dei provvedimenti del nuovo Governo, sul tema delle pensioni e pensioni anticipate, è stato redatto il documento Nadef, che potrebbe rappresentare una base solida su cui verranno stabilite le nuove regolamentazioni ufficiali.
La Manovra Finanziaria ancora non è disponibile, ma gli esperti ed i tecnici hanno già fornito il documento dentro al quale vengono descritte anche le modifiche che potrebbero essere apportate alle pensioni nella Legge di Bilancio.
Cosa dice il documento
Il documento Nadef (nota di aggiornamento del documento di economia e finanza) è redatto da tecnici del settore e generalmente preannuncia le misure definitive stabilite dal governo. In attesa della presentazione ufficiale della Manovra Finanziaria quindi si possono conoscere le previsioni degli esperti che però non si concentrano sulle pensioni, nonostante si voglia garantire una maggiore flessibilità di uscita dal mondo del lavoro, così da favorire il ricambio generazionale.
Molte delle norme in vigore in tema di pensioni stanno per scadere, infatti a fine anno non sarà più disponibile la Quota 102, che ha sostituito la Quota 100 e che permette di andare in pensione a 64 anni con 38 di contributi.
Senza nuovi provvedimenti si tornerà alla Legge Fornero nell’arco del 2023, che prevedeva la pensione di vecchiata all’età di 67 anni con almeno 20 anni di contributi o in pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini o 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne.
Quali saranno le prossime modifiche alle pensioni
I nuovi provvedimenti del Governo si dovranno concentrare soprattutto sull’aumento degli assegni, così da aumentare il potere di acquisto delle persone. Per contrastare l’innalzamento dell’inflazione viene già fatto annualmente un ricalcolo automatico delle pensioni, che le adegua al nuovo livello del costo della vita e in vista del 2023 si stima che questo adeguamento verrà a costare, da solo, 10 miliardi di euro.
La stima però è solo provvisoria, in quanto dipenderà unicamente dall’aumento dell’inflazione che a fine anno andrà poi messo a confronto con le previsioni, così da assegnare le cifre corrette per ogni pensione.
Secondo le notizie ancora non sono presenti interventi strutturali sulle pensioni e sulle pensioni anticipate, ma si possono considerare le seguenti ipotesi, derivate dalle parziali comunicazioni da parte del Governo:
- L’Opzione Donna, in scadenza a fine anno, potrebbe essere rinnovata e resa strutturale, così da permettere alle donne di andare in pensione a 58 o 59 anni, con 35 anni di contributi.
- L’APE Sociale, anch’esso in scadenza a fine Dicembre, potrebbe essere riconfermato ed ampliato così da coinvolgere una maggiore quantità di beneficiari.