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Pensioni: bonus in busta paga per chi ritarda il pensionamento

pensione in ritardo
Bonus in busta paga – solofinanza.it
Il Governo di centrodestra ha sempre mostrato un grande interesse nei confronti delle pensioni, tant’è che per il 2023 sono previsti grossi cambiamenti anche strutturali. Una delle idee del nuovo Premier consiste nel concedere maggiore flessibilità ai lavoratori.

Così come viene abbassata la pensione a chi decide di lasciare il lavoro in anticipo, si vorrebbe offrire l’opportunità a tutti di guadagnare di più in busta paga ritardando il pensionamento, scelta interessante soprattutto per il settore della Sanità, che purtroppo risulta in carenza di personale.

La riforma delle pensioni

Il Governo sembra avere molti progetti, almeno su carta, riguardo le pensioni, soprattutto a causa delle tante misure che risultano in scadenza a fine Dicembre 2022, come ad esempio l’APE Sociale e Opzione Donna, che con tutta probabilità verranno estesi senza troppe spese impreviste.

Ancora non è ben chiaro da dove arriveranno le risorse per le modifiche strutturali, infatti la Meloni ha a disposizione 30 miliardi di euro e già solo le misure emergenziali per contrastare il caro bollette verrà a costare più di 20 miliardi.

Il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti è al lavoro per trovare un compromesso così da realizzare quanti più obiettivi possibili.

Per la Lega i fondi potrebbero essere trovati grazie alle modifiche che verranno appostate al Reddito di Cittadinanza, soprattutto se verrà approvata la proposta di ridurre il tempo di fruizione del sostegno da 18 mesi a 9 o addirittura a 6 riducendo i beneficiari e le risorse necessarie.

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Bonus per ritardare le pensioni – pixabay

Bonus in busta paga per chi ritarda la pensione

Una delle idee proposte sul tavolo di lavoro riguarda un bonus da accreditare a tutte quelle persone che, nonostante abbiano soddisfatto in pieno i requisiti per il pensionamento, rimangono a lavorare, guadagnando un terzo dello stipendio in più.

Questa manovra aiuterebbe molto i settori pubblici in carenza di personale, come ad esempio l’ambiente della Sanità, che già dalla gestione della pandemia ha riscontrato gravi problemi legati proprio alle poche figure specializzate disponibili.

Con questa opzione in più, ogni lavoratore potrebbe scegliere di andare in pensione prima, sfruttando ad esempio l’APE Sociale o Opzione Donna, o le altre possibilità strutturali offerte dallo Stato, oppure può liberamente decidere di continuare volontariamente a lavorare per guadagnare di più già dal primo stipendio.

Ulteriori dettagli saranno disponibili solo nella Legge di Bilancio 2023, che il Governo sta ultimando in queste settimane, così da poterlo presentare a tutti gli italiani verso la fine dell’anno, periodo in cui si tireranno le somme e si potrà capire quali saranno le vere modifiche del futuro.