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Cala il sipario sul Reddito di Cittadinanza: ma è davvero possibile sospendere il sussidio a chi ne ha diritto?

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Il tavolo dell’esecutivo ha deciso, a partire dal prossimo settembre 2023 molti percettori di Reddito di Cittadinanza non riceveranno più l’assegno. Eppure, adesso ci si chiede se è davvero costituzionale abrogare in questo modo il sussidio a chi ne ha diritto.

Con l’insediamento del nuovo Governo guidato dal Premier Giorgia Meloni, il triste destino del Reddito di Cittadinanza per molti beneficiari, è ormai segnato. Tuttavia, la stretta al sussidio non riguarderà tutti ma solo chi ritenuto idoneo al lavoro, ovvero, gli occupabili. In questo caso, il sussidio sarà riconosciuto solo per altri 8 mesi, per poi interrompersi in maniera definitiva al 30 agosto 2023. Facciamo il punto della situazione.

Il Reddito di Cittadinanza è il sussidio introdotto dal Governo Conte nel 2019, come sostegno a tutti i cittadini in difficoltà economica a causa della mancanza di un’occupazione. Attualmente, il diritto riguarda una platea di oltre 1 milione e 39 mila famiglie, ma come abbiamo accennato, con l’approvazione della legge di Bilancio le cose stanno cambiando.  La leader di fratelli d’Italia lo aveva più volte annunciato in fase di campagna elettorale e presto molti beneficiari dovranno dire addio all’assegno.

Nello specifico, la stretta al Reddito di Cittadinanza da parte del Governo Meloni riguarda la platea di beneficiari cosiddetti occupabili. In buona sostanza, l’esclusione al Reddito di Cittadinanza riguarderà 404 mila percettori, per i quali a partire da settembre 2023 calerà il sipario sul sussidio. Pertanto attualmente, ci si interroga, sulla costituzionalità di una così imminente abrogazione del Reddito di Cittadinanza.

Reddito di Cittadinanza: ma è davvero possibile sospendere il sussidio a chi ne ha diritto?

Il nuovo governo di centrodestra ha dato un forte scossone in tema reddito di cittadinanza, sfoltendo notevolmente la platea di beneficiari. I cosiddetti occupabili, ovvero i cittadini di età compresa tra i 18 ed i 59 anni che non hanno a carico minori, disabili o ultrasessantenni, a partire da settembre non riceveranno più il sussidio. Un taglio netto alla misura introdotta dal Movimento 5 Stelle, che porta a chiedersi se sia davvero possibile dal punto di vista legale e costituzionale una così repentina eliminazione.

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Ad intervenire in proposito il professore di Diritto del lavoro all’Università Roma Tre e avvocato patrocinante presso la Corte di Cassazione, Giampiero Proia. Secondo quanto afferma Proia eliminare in corsa ed in tempi così repentini il sussidio per certe categorie di persone, anche se allo stato attuale aventi diritto, è possibile. Questo perché come spiega: “nei rapporti di durata la legge può intervenire anche mentre sono in essere”.

Insomma, il futuro di tanti percettori di Reddito di Cittadinanza pare ormai segnato. A partire dal prossimo settembre 2023, calerà il sipario. Tuttavia, proprio come ricorda lo stesso docente “…sarà certamente sostituito da altre forme di lotta alla povertà”, intanto “rimarranno comunque gli interventi di assistenza degli enti territoriali”.