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Gli E-Sports in Italia stanno acquistando credibilità?

Il mondo digitale ormai fa sempre più parte delle nostre vite, anche se pare che su questo versante l’Italia
sia un po’ il fanalino di coda. Nella maggior parte dei fenomeni legati alle novità del mondo digitale, come il
metaverso, le criptovalute, le professioni legate all’informatica vediamo come il Bel Paese sia spesso in
fondo alle classifiche.

E gli E-sports non fanno eccezione. L’Italia è uno dei Paesi dove gli “sport elettronici” faticano di più a
trovare il proprio posto. Anche se ormai all’estero vediamo interi stadi pieni di persone che seguono questa
tendenza.

Negli ultimi tempi però, complici gli ultimi anni e le condizioni particolari con cui abbiamo dovuto fare i
conti, sembra che sia in atto un cambio di direzione.
Siamo a un punto di svolta per la credibilità degli E-sports in Italia? Cosa determina questo momento che
potrebbe essere di svolta?

Cosa sono gli E-sports?

Gli E-sports sono competizioni sportive il cui campo di gioco non è un prato sintetico, ma la rete. Si tratta di
un fenomeno che è esploso soprattutto in alcuni paesi dell’Asia, come la Corea, o negli Stati Uniti, ma sta
rapidamente prendendo piede in tutto il mondo.
Con una velocità sorprendente abbiamo visto crescere la partecipazione dei fan a questo tipo di sport, e di
controcanto anche l’appetibilità per chi vi partecipa: le ricompense ad alcuni tornei ormai sfiorano i
500.000 dollari. Fare il gamer di professione non è più un’utopia.
Su che tipo di giochi si svolgono le gare?
Le categorie sono diversissime. Da una parte abbiamo i simulatori di gare coi motori, i giochi sportivi come
FIFA o NBA; ma grande spazio hanno anche i giochi di guerra, gli sparatutto come COD o giochi competitivi
fantasy come League of Legends.

Una tendenza esplosiva

Di recente è stata annunciata dal Comitato Olimpico Internazionale la prima Olimpiade dedicata
interamente agli E-sports. Si terrà a Singapore tra il 22 e il 25 giugno del prossimo anno.
Questo evento segue l’edizione dell’anno scorso, tenutasi invece completamente online, e a cui hanno
partecipato oltre 250.000 partecipanti provenienti da 100 Paesi di tutto il mondo.
La versione “in presenza” non si limiterà a ospitare tornei di moltissime discipline, ma ci saranno anche
eventi educativi, panel e show. Se volete sapere di più di questo evento milestone nella storia dei
videogiochi competitivi, vi lascio un articolo su calciomercato. Insomma: in generale, la sensazione è quella
di guardare un settore che sta crescendo a dismisura.

E in Italia?

L’Italia sta facendo fatica a seguire l’onda degli E-sports, ma finalmente negli ultimi tempi abbiamo visto
come la partecipazione a questo tipo di sport “da tastiera” sia aumentata moltissimo anche da noi, e con
una costanza che molti analisti non si aspettavano. Potete consultare i dati dell’ultimo report degli E-sports
in Italia su Repubblica.
Gli italiani si stanno avvicinando al mondo dei videogiochi competitivi. E non sembra essere una moda
passeggera.

Quale è il prossimo passo?

La falla più grossa da noi ha a che fare con la mancanza di legislazione in materia da parte del Governo.
Un primo passo però è stato fatto lo scorso aprile. La decisione dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli di
chiudere le sale LAN in Italia, anche se a primo impatto potrebbe sembrare una presa di posizione negativa,
in realtà è una buona notizia per il settore.
Lo Stato ha chiuso le sale LAN perché sono sale da gioco “senza vincite”, non equiparabili quindi a sale per
le slot machine. Le sale LAN ad oggi si trovano all’interno di un buco legislativo, ma appunto, il Governo si è
accorto delle enormi potenzialità di questo settore, e intende riempire questo buco a breve – cosa che
porterà gli E-sports italiani a un nuovo inizio.