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Inviare i messaggi all’ex ed alla sua famiglia è illegale, lo ha stabilito la Cassazione

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Lo stalking è un reato purtroppo sempre crescente in Italia, tuttavia la Corte di Cassazione ha recentemente emesso delle sentenze molto importanti che possono aiutare a salvaguardare l’incolumità delle vittime punendo le persecuzioni online degli ex.

Non accettare una rottura può innescare dei meccanismi malati nelle teste degli ex, i quali (o le quali) possono arrivare a seguire fisicamente le persone che hanno fatto parte della loro vita nel tentativo disperato di riconquistarle. Questi comportamenti ossessivi vengono oggi puniti molto severamente e la tutela si sta estendendo anche al web e alle chat.

Secondo le statistiche nell’ultimo anno circa il 21,5% delle donne tra i 16 ed i 70 anni hanno subito almeno un atto di persecuzione da parte di un ex partner durante l’arco della propria vita, il 78% delle vittime inoltre non si sono rivolte alle Forze dell’Ordine e non hanno cercato aiuto nei centri anti-violenza ed anti-stalking.

Il reato di stalking è stato introdotto nel 2009 ed è descritto dall’articolo 612-bis del codice penale e punisce chiunque compia atti persecutori in maniera reiterata, con i quali si va a provocare uno stato di ansia nella vittima, che si trova costretta a cambiare le proprie abitudini ed il normale svolgimento delle attività quotidiane generalmente svolte.

Per far scattare il reato non è necessario che il colpevole sia presente, basta infatti che la vittima cominci a provare un danneggiamento emotivo e psicologico, anche senza certificato medico. I colpevoli incriminati di stalking vanno incontro ad una pena molto severa: la reclusione da 1 anno a 6 anni e 6 mesi, senza considerare eventuali aggravanti aggiunte.

Messaggi agli ex ed ai tuoi amici e familiari, cosa si rischia

In una recente sentenza, la Corte di Cassazione ha stabilito che si configura il reato di stalking anche nel caso in cui il colpevole invii messaggi persecutori alle persone vicine alla vittima, come familiari, amici o colleghi. Questi tipi di messaggi vengono considerati come stalking indiretto o stalking per interposta persona.

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I messaggi inoltre, inviati su qualsiasi piattaforma di comunicazione (WhatsApp, Messenger, SMS, mail e così via) rappresentano una prova schiacciante della condotta del colpevole, per cui sarà ancora più semplice procedere con una denuncia per ottenere dei provvedimenti nei suoi confronti.

Gli atti persecutori di questo genere infatti causano danni psicologici e stati d’ansia non solo nella vittima, ma anche nelle persone che hanno ricevuto i messaggi, i quali si troveranno a loro volta vittime di un reato grave contro il quale dover fare i conti.