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Tetto al contante ed obbligo di Pos, cosa bolle in pentola per il nuovo anno

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Il nuovo anno porterà diverse novità in tema tetto al contate e obbligo di Pos. Facciamo il punto della situazione e vediamo cosa bolle in pentola.

Di recente, abbiamo sentito spesso parlare di tetto al contante e di pagamenti con carta. Ebbene, con l’approvazione della Legge di Bilancio da parte del Consiglio dei Ministri, la nuova squadra di Governo ha stabilito l’innalzamento del tetto al contante che, dunque, salirà dagli attuali 2 mila euro a 5 mila euro, proprio a partire dal nuovo anno.

Del resto, anche in fase di campagna elettorale, la soglia per i pagamenti in contanti è stato un argomento molto discusso da parte del polo di centrodestra, che appena salito al Governo, ha presentato in tutta fretta la proposta sul tavolo dell’esecutivo.

Discorso diverso per i pagamenti pos. Infatti, nonostante diverse discussioni e le dichiarazioni della Leader di Fratelli d’Italia durante una diretta Facebook, nella quale aveva apertamente approvato la scelta di eliminarne l’obbligo per i commercianti, di accettare l’uso di carte e bancomat per il pagamento di importi inferiori a 60 euro, il Governo pare intenzionato ad un brusco cambio di direzione.

Tetto al contante ed obbligo di Pos: cosa cambia dal 2023

Dunque, per quanto riguarda la soglia del tetto all’uso del contante, ci sarà un’importante modifica, la settima nell’arco di dieci anni. A partire dal primo gennaio, sarà possibile pagare in contanti fino ad un massimo di 5 mila euro.

Invece, sembra che nulla cambierà in tema pagamenti con carta. Infatti, anche per il 2023, gli esercenti non potranno rifiutare nessun pagamento con carta, nemmeno una transazione da pochi euro, senza rischiare di incappare in sanzioni. In altre parole, i consumatori avranno diritto a pagare qualsiasi cifra, anche solo un euro, con carta senza che il commerciante possa fare opposizione.

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Tuttavia, con lo scopo di venire incontro alla categoria dei commercianti, il nuovo Governo di centrodestra sembra intenzionato a trovare, quantomeno, delle strategie alleviare il costo delle commissioni. Nelle prossime settimane, è previsto un incontro tra banche ed associazioni di categoria. Il motivo è trovare un accordo che punti a mitigare i costi sostenuti per le commissioni, almeno per le transazioni di importo pari o inferiore a 30 euro. Qualora, non si riesca a trovare un compromesso che soddisfi banche e associazioni di categoria, pare sia stata avanzata la proposta di un “contributo straordinario” che dovrà essere corrisposto dai prestatori dei servizi. Intanto si attende la decisione del Senato entro il 31 dicembre.