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Gina Lollobrigida, chi ha ereditato tutto: polemiche

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Il testamento di Gina Lollobrigida, scomparsa il 16 Gennaio all’età di 95 anni, è stato aperto il 25 Gennaio permettendo a tutti di conoscere i destinatari e gli eredi di tutto il suo patrimonio.

Il testamento era stato redatto nel 2017 ed al suo interno è stato specificato che metà della sua ricchezza andasse al figlio, Milko Skofic e metà al suo tuttofare, Andrea Piazzolla, nonostante tra questi due non corresse buon sangue da tempo.

Piazzolla, il 35enne tuttofare dell’attrice che ha lavorato per lei per gran parte della sua vita, si è aperto a Domenica In, programma condotto da Mara Venier ed in onda su Rai 1 ogni domenica dalle 14, dove ha raccontato i retroscena dei rapporti che correvano tra “la bersagliera”, lui ed il figlio Milko Skofic.

Piazzolla ha dichiarato: “Il rapporto non è mai stato molto facile. Milko aveva questa mamma molto famosa, non la aveva tutta per lui, e questo ha causato qualche problema. D’altra parte Gina era una donna dal carattere molto, molto forte, non è mai scesa a compromessi, dava il massimo, voleva il massimo. Non sono riusciti mai a prendersi”.

Secondo il suo parere Milko non ha mai accettato di riappacificare i rapporti con la madre dopo aver scoperto il matrimonio per procura dello spagnolo Francisco Javier Rigau, con il quale si è sempre schierato sin dall’inizio, dando vita ad un numero elevato di cause legali nei confronti della madre e del tuttofare, insinuando che stesse cercando di approfittare dell’attrice per appropriarsi dei suoi beni.

Gli ereditieri di Gina Lollobrigida

Piazzolla ha poi continuato la sua intervista dichiarando: “La cosa più grave, ‘e mi assumo la responsabilità di quello che dico, è che c’è una parte di giustizia per bene, un’altra parte che fa acqua da tutte le parti. Ho rispetto per la giustizia, ma credo che sia mancato il rispetto per Gina.”

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“Se una persona sta benissimo, come le si può togliere un avvocato? – Ha chiesto Piazzolla – E imporle come avvocato il compagno dell’associata dello studio che difendeva Milko, il figlio Dimitri e Rigau che a sua volta nomina come consulente lo stesso consulente di Rigau?

Gina con tutte le forze ha provato a fare ricorsi, ma era una sorta di lotta contro i mulini a vento. Chiese di cambiare l’amministratore di sostegno, ma il giudice ha messo una persona tra Gina e l’amministratore di sostegno. Come mai quando le persone hanno realmente bisogno, i tempi della giustizia richiedono sei mesi, un anno… E invece, quando lui chiedeva una cosa, il giorno dopo arrivava il decreto”.