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Gli effetti devastanti dell’aumento dell’inflazione, a cosa rinunciano le famiglie

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L’inflazione nell’ultimo anno ha raggiunto picchi difficilmente visti prima, causando un aumento generale dei prezzi non solo delle utenze e del carburante, ma anche degli alimenti e dei beni di prima necessità.

Le famiglie che hanno partecipato all’indagine svolta dalle associazioni dei consumatori hanno evidenziato un grave problema sociale ed economico che si estende su tutta la Nazione, ecco quali sono gli effetti della crisi che continua a colpire l’Italia.

Le statistiche fornite da Altroconsumo, l’associazione per i consumatori più diffusa in Italia, sono state il risultato di un’indagine svolta durante l’arco della fine del 2022 e l’inizio del 2023, a cui ha preso parte un numero molto elevato di persone. I sondaggi proposti agli utenti sono stati incentrati soprattutto sull’impatto che la crisi ha avuto nella vita di tutti i giorni e le previsioni per il futuro.

La situazione che emerge dai risultati dei sondaggi è realmente preoccupante, infatti non solo il 41% delle persone non sono riuscite a risparmiare durante tutto il 2022, ma il 37% ha dovuto usare ciò che era stato messo da parte durante gli anni precedenti, ricorrendo addirittura all’aiuto di amici e parenti nei casi di disagio più estremi.

I consumi degli ultimi 12 mesi sono stati ridotti al minimo, le famiglie hanno infatti dovuto cambiare radicalmente la propria dieta alimentare, riducendo in maniera notevole l’acquisto di carne e pesce ed anche frutta e verdura fresca, prediligendo alimenti a basso costo del discount a lunga conservazione.

Come l’inflazione ha cambiato le famiglie italiane

Per riuscire a pagare le spese obbligatorie e necessarie, come mutuo, affitto e bollette, ritenute eccessive dal 42% delle persone, in molti hanno anche ridotto, oltre alle spese per i viaggi e le vacanze, anche quelle per le visite mediche, i controlli e le cure, peggiorando notevolmente le condizioni di vita degli intervistati.

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Le uniche note positive riguardano una maggiore consapevolezza sugli sprechi in casa, infatti il 44% delle persone si è trovata costretta a controllare le proprie abitudini per ridurre gli sprechi ed i costi legati alle utenze. Secondo il parere degli intervistati tali cambiamenti (come abbassare il riscaldamento di casa, fare docce brevi, usare gli elettrodomestici nelle fasce più economiche) saranno mantenute anche dopo la fine della crisi.

Il 44% degli intervistati inoltre ha migliorato il sistema di riscaldamento di casa, passando ad esempio dai classici termosifoni ai più efficienti e convenienti pannelli solari o installando pompe di calore o stufe a pellet, ottenendo anche un impatto minore sull’inquinamento atmosferico.