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NASpI, se ti è stata sospesa è per un motivo importante: come recuperarla

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L’Inps ha sospeso la prestazione di disoccupazione NASpI per oltre 300 mila percettori. Il provvedimento è stato dettato da un motivo molto importante, ma c’è un modo per recuperarla.

La Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego, meglio conosciuta come NASpI, è la prestazione di disoccupazione introdotta con decreto legislativo numero 22 del 4 marzo 2015. L’indennità di disoccupazione, attualmente riconosciuta nel nostro Paese, ha lo scopo di sostenere economicamente i lavoratori dipendenti che hanno perso il lavoro.

Per ottenerla è necessario che l’interessato, in possesso dei requisiti necessari, presenti specifica domanda all’INPS entro 68 giorni dalla perdita del posto di lavoro. La sua durata varia in base alla storia contributiva di ogni singolo lavoratore. La NASpI, infatti, viene riconosciuta per un numero di settimane pari alla metà delle settimane di contribuzione degli ultimi quattro anni, fino ad un massimo di 24 mesi. Il modello per richiedere il riconoscimento della Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego, può essere compilato tramite enti di patronato oppure, in totale autonomia, in modalità telematica sul portale dell’INPS, autenticandosi con SPID, CIE (Carta di Identità Elettronica) oppure Carta Nazionale dei Servizi (CNS).

Tuttavia, recentemente, oltre 300 mila disoccupati, pur avendo presentato regolare domanda, non percepiscono più l’assegno di disoccupazione. Il motivo è presto spiegato, direttamente, dall’INPS attraverso il messaggio numero 790 del 23 marzo 2023. Ecco perché l’Istituto previdenziale ha sospeso le erogazioni.

NASpI sospesa: ecco perché

Sono oltre 300 mila, i disoccupati ai quali è stata sospesa l’erogazione della prestazione di indennità NASpI. A dare le opportune spiegazioni, è l’Istituto per la Previdenza Sociale che, con il messaggio numero 790 del 23 marzo 2023. L’Inps ha comunicato che, al fine di sbloccare i pagamenti, i titolari di NASpI dovranno velocemente espletare un importante adempimento.

Infatti, per riprendere i pagamenti dell’indennità, i disoccupati devono comunicare obbligatoriamente e con urgenza il reddito presunto riferito all’anno 2023. La scadenza prevista per l’inoltro di tale comunicazione, era lo scorso 31 gennaio 2023. Pertanto, chi non ha provveduto ad inviare il reddito presunto riferito all’anno 2023, si è visto sospendere l’erogazione della prestazione di disoccupazione.

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Ecco quanto si legge da uno stralcio della nota INPS “Si rappresenta l’urgenza della comunicazione per poter riemettere in pagamento le prestazioni NASpI la cui erogazione è stata “sospesa”, in assenza al 31 gennaio della predetta comunicazione. Tale adempimento si rende indispensabile anche se il reddito annuo presunto per l’anno 2023 è pari a ‘zero’”. In caso di sospensione della prestazione di disoccupazione, dunque, la sola comunicazione del reddito presunto garantirà la ripresa dei pagamenti.