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Divorzio o separazione, che fine fa la casa coniugale? Cosa prevede la legge in Italia, potrebbe non piacerti

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Quando c’è di mezzo una separazione o un divorzio, diventa centrale la questione “assegnazione della casa coniugale”. Ecco cosa prevede la Legge in Italia.

Di recente, i casi di separazione o divorzio sono aumentati a dismisura. Capita sempre più spesso che, dopo alcuni anni felici, le coppie “scoppino” per le ragioni più disparate. Per tale ragione, nonostante i progetti, i partner si ritrovano a dover capire a chi spetta cosa ed in quale misura. In particolare, una delle questioni più spinose riguarda l’assegnazione della casa coniugale. Premesso che, secondo le normative italiane, l’assegnazione della casa coniugale può essere riconosciuta sia al marito che alla moglie in egual misura, di norma, in caso di separazione o divorzio, il giudice assegna il cosiddetto tetto coniugale, ovvero, l’immobile in cui viveva la coppia, al genitore con cui vanno a vivere i figli. Dunque, il legislatore mette in primo piano il benessere psico – fisico dei minori, che devono avere la possibilità di continuare a vivere in quella che considerano la loro vera ed unica casa. Pertanto, il coniuge che ha avuto l’affidamento o la collocazione dei figli, soprattutto se minorenni, ha il diritto di abitazione presso la casa coniugale.

La norma di riferimento per quanto riguarda l’assegnazione della casa coniugale è l’articolo 337 sexies del codice civile, che recita “Il godimento della casa familiare è attribuito tenendo prioritariamente conto dell’interesse dei figli. Dell’assegnazione il giudice tiene conto nella regolazione dei rapporti economici tra i genitori, considerato l’eventuale titolo di proprietà. Il diritto al godimento della casa familiare viene meno nel caso che l’assegnatario non abiti o cessi di abitare stabilmente nella casa familiare o conviva more uxorio o contragga nuovo matrimonio. Il provvedimento di assegnazione e quello di revoca sono trascrivibili e opponibili a terzi ai sensi dell’articolo 2643”.

Tuttavia, la questione cambia quando non ci sono figli. In questo caso infatti, il giudice non può disporre questo tipo di provvedimento. Succede allora che, la casa sia assegnata al coniuge che ne è proprietario. Ma è prevista la possibilità di dividere l’immobile in due unità abitative separate?

Divorzio o separazione: cosa succede alla casa coniugale?

Abbiamo visto che, in caso di divorzio o separazione, la casa coniugale viene assegnata al coniuge a cui vengono affidati i figli. Mentre, il giudice non può disporre questo tipo di provvedimento, in assenza di prole. Infatti, di norma, la casa viene assegnata a chi ne è proprietario. Ma è prevista la possibilità di dividere l’immobile in due unità abitative separate?

Ebbene, per dare una risposta a questa domanda, dobbiamo prendere in considerazione quanto stabilito dalla Cassazione “Non può disporsi l’assegnazione parziale della casa familiare a meno che l’unità immobiliare sia del tutto autonoma e distintivo da quella destinata ad abitazione della famiglia, oppure sia talmente grande da eccedere per estensione le esigenze abitative della famiglia e sia pur sempre agevolmente divisibile”.

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Questo significa che, per poter dividere l’immobile è necessario che siano due locali autonomi e distinti tra loro, che non abbiano collegamenti, oppure, che sia talmente grande da eccedere le esigenze abitative della famiglia e sia facilmente divisibile. In caso contrario, il coniuge non collocatario dei figli dovrà lasciare l’abitazione.