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Smart Working: cosa succederà il 30 giugno | La resa dei conti

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Il 30 Giugno la scadenza che potrebbe sancire per tutti coloro che lavorano ed hanno lavorato in questi anni da casa il ritorno obbligatorio al lavoro in presenza: pessima notizia per alcune categorie.

Un ritorno al passato quello che si potrebbe presentare alla maggior parte delle persone dal 3o Giugno, data limite per cui scadrà la possibilità di essere protetti legalmente per quanto riguarda il lavoro dalla distanza.

Questa è una notizia tremenda in particolare per determinate categorie di persone, come ad esempio i genitori con figli fragili e anche quelli con figli under 14 saranno costretti a tornare il lavoro in presenza.

In realtà la scadenza inizialmente per riconfermare questa possibilità lavorativa era stata stabilita a Dicembre, successivamente prorogata fin0 al 30 giugno per l’appunto.

Ora sarà necessario trovare la somma di 16 milioni di euro per prorogare ancora questa modalità lavorativa, altrimenti non si potrà che tornare al lavoro in presenza a partire dal 1 Luglio.

Protezione alta per i genitori di ragazzi under 14

Nelle altre imprese resta la “protezione” assicurata dall’articolo 18 della legge 81 del 2017 e dal Dlgs 105 del 2022 (articolo 4 lettera b). secondo cui i datori di lavoro pubblici e privati che stipulano accordi per l’esecuzione della prestazione di lavoro in modalità agile devono riconoscere «priorità» alle richieste formulate dalle lavoratrici e dai lavoratori con figli fino a dodici anni di età, o senza alcun limite di età nel caso di figli in condizioni di disabilità (articolo 3, comma 3 legge 104 del 1992), o alle richieste dei lavoratori con disabilità in situazione di gravità accertata (articolo 4, comma 1 legge 104 del 1992) o che siano caregivers. Se queste categorie di lavorartori chiedono di fruire del lavoro agile, non possono essere sanzionate, demansionate, licenziate, trasferite o sottoposte ad altra misura organizzativa che possa ripercuotersi negativamente sulle condizioni di lavoro.

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Come ha spiegato Arturo Maresca, ordinario di diritto dell’Università La Sapienza di Roma: “Trattandosi di una priorità se in un’azienda è prevista una determinata quota percentuale di ricorso al lavoro agile, viene data la priorità a queste specifiche categorie di lavoratori. È un diritto di precedenza da esercitare in presenza di limitazioni, ma dal 1 luglio in assenza di nuove proroghe non c’è più un diritto al lavoro agile, come invece fino al 30 giugno, in virtù delle proroghe dell’articolo 90 del Dl 34 del 2020, a condizione che tale modalità fosse compatibile con la prestazione lavorativa”.

Quindi in definitiva il tempo stringe ed è necessario comprendere se si potrà trovare una soluzione significativa a questa problematica del lavoro da distanza.