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Dichiarazione dei redditi, alcune spese mediche pagate in contanti non vengono rimborsate: quando rischi di perdere tanti soldi

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Le spese mediche danno diritto alla detrazione d’imposta del 19% in fase di dichiarazione dei redditi. Tuttavia, in caso di pagamento in contanti si rischia di perdere tanti soldi. Facciamo il punto della situazione.

Tra le spese principali delle famiglie italiane, senza dubbio, quelle medico – sanitarie, per le quali però, è possibile ottenere un rimborso grazie alla dichiarazione dei redditi. Proprio come specificato dall’Agenzia delle Entrate, le spese mediche e sanitarie che danno diritto alla detrazione sono:
• prestazioni rese da un medico generico (comprese quelle per visite e cure d medicina omeopatica);
• acquisto di medicinali (anche omeopatici) da banco e con ricetta medica;
• prestazioni chirurgiche;
• analisi, indagini radioscopiche, ricerche e applicazioni, terapie;
• prestazioni specialistiche;
• ricoveri per degenza o collegati a interventi chirurgici;
• trapianto di organi;
• cure termali (escluse le spese di viaggio e soggiorno);
• acquisto o affitto di dispositivi medici e attrezzature sanitarie (comprese le protesi sanitarie).

Altre tipologie di spesa detraibili nella stessa misura del 19% sono:
• assistenza infermieristica e riabilitativa (fisioterapia, laserterapia, kinesiterapia, ecc.);
• prestazioni rese da personale in possesso della qualifica professionale di addetto all’assistenza di base o di operatore tecnico assistenziale dedicato all’assistenza diretta della persona;
• prestazioni rese da personale di coordinamento delle attività assistenziali di nucleo;
• prestazioni rese da personale con la qualifica di educatore professionale;
• prestazioni rese da personale qualificato addetto ad attività di animazione e di terapia occupazionale.

Per tutte queste spese viene riconosciuta la detrazione per l’importo del ticket pagato, se sostenute nell’ambito del Sevizio Sanitario Nazionale (SNN) e se superano il limite minimo di spesa pari a 129,11 euro, ovvero, la franchigia. In buona sostanza, la detrazione riconosciuta è pari al 19% della differenza tra l’importo totale delle spese sostenute e, per l’appunto, la franchigia di 129,11 euro. Ad ogni modo, non tutte le spese mediche pagate in contanti, vengono rimborsate con il modello 730. Ecco quali, pure se pagate in contanti, vengono detratte nel modello 730 2023 e quali no.

Dichiarazione dei redditi: quali spese mediche pagate in contanti vengono rimborsate e quali no

Come abbiamo anticipato, non tutte le spese medico – sanitario, pagate in contanti, vengono rimborsate con la dichiarazione dei redditi. Nello specifico, per le spese mediche come farmaci, dispositivi medici, visite mediche presso strutture pubbliche o private accreditate con il SNN (Servizio Sanitario Nazionale) non è previsto l’obbligo di utilizzare un metodo di pagamento tracciabile.

Al contrario, non è possibile portare in detrazione spese mediche o sanitarie, pagate in contanti, per visite mediche presso strutture private o medici specialisti non accreditati con Sistema Sanitario Nazionale. Stesso discorso per ricoveri o interventi, esami del sangue presso strutture private non accreditate. In questo caso, affinché venga riconosciuta la detrazione è necessario utilizzare un metodo di pagamento tracciabile come, ad esempio, bancomat, carta di credito o bonifico.

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In conclusione, le spese per prestazioni pagate in contanti presso strutture pubbliche e specialisti convenzionati con il SNN possono essere detratte nel modello 730 2023, mentre quelle presso strutture private o specialisti non convenzionati non sono detraibili, se non pagate utilizzando metodi tracciabili.