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Come scegliere tra lavoro autonomo e dipendente? Scopriamo tutti i pro e i contro per non sbagliare

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Quando ci si affaccia al mondo del lavoro il primo dubbio da affrontare riguarda, senza dubbio, la modalità lavorativa. Lavoro da dipendente o autonomo, quale scegliere? Ecco tutti i pro e i contro.

Per tutti noi comuni mortali è scontato che per vivere risulti indispensabile lavorare, per cui è importante decidere come lavorare, ovvero, se intraprendere la condizione da dipendente o preferire la strada da libero professionista.

Ovviamente, entrambe le alternativa presentano vantaggi e svantaggi; tutte e due le possibilità presentano imprevisti, potenzialità e rischi, che non permettono di individuare la scelta ideale per tutti.

Proprio per tale ragione, può essere utile conoscere i pro e i contro delle due alternative e individuare in maniera ragionata quale potrebbe essere la strada più adatta alla proprie esigenze, anche a seconda della propria personalità e delle proprie ambizioni.

Lavoro autonomo e dipendente: vantaggi e svantaggi

Prima di conoscere quali sono i pro e i contro del lavoro dipendente e di quello autonomo, può essere utile sapere, secondo il nostro Codice Civile, cosa significa lavorare alle dipendenze e cosa significa lavorare da libero professionista. All’articolo 2094 è riportata la definizione di lavoratore dipendente: “E’ prestatore di lavoro subordinato chi si obbliga mediante retribuzione a collaborare nell’impresa, prestando il proprio lavoro intellettuale o manuale alle dipendenze e sotto la direzione dell’imprenditore”. In merito al lavoratore in proprio, il Codice Civile all’articolo 2222 chiarisce: “Quando una persona si obbliga a compiere verso corrispettivo un’opera o un servizio, con lavoro prevalentemente proprio e senza vincolo di subordinazione nei confronti del committente, si applicano le norme di questo capo, salvo che il rapporto abbia una disciplina particolare nel libro IV”.

In altre parole, mentre svolgere un lavoro in proprio significa essere il capo di sé stessi, essere un lavoratore dipendente significa essere sotto la direzione di un datore di lavoro. Come abbiamo anticipato, entrambe le soluzioni possono presentare vantaggi e svantaggi sotto aspetti diversi. Primo fra tutti, l’aspetto economico. Infatti, mentre il lavoratore dipendente percepisce una retribuzione mensile fissa, alle quali si aggiungono diverse altre spettanze come, ad esempio, la tredicesima, la quattordicesima, la malattia e un certo periodo di ferie annuali, il freelance non ha garanzie. Il lavoratore autonomo non gode di un fisso mensile, di ferie pagate né di malattie. In più, a differenza del dipendente, deve preoccuparsi di gestire personalmente gli adempimenti relativi a tasse e contributi, ma in base all’esperienza e alla professionalità può ottenere guadagni nettamente superiori rispetto a quelli offerti ai lavoratori dipendenti.

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In più, il lavoratore dipendente è tenuto a rispettare determinati orari di lavoro mentre il freelance, essendo il capo di sé stesso, ha la libertà di decidere e organizzare il proprio lavoro in totale libertà. Insomma, la scelta dipende molto da quelle che sono le personali attitudini e peculiarità caratteriali, ricordando sempre, che qualunque decisione si prenda non è in alcun modo irrevocabile.