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Pignoramento, quanto tempo hai prima che il Fisco dia inizio al procedimento

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Quando un debitore non paga, il Fisco può procedere alla riscossione forzata del credito con tempi precisi, stabiliti dalla Legge.

Il pignoramento è il procedimento attraverso il quale viene avviata una espropriazione forzata a seguito di un recupero del credito. In buona sostanza, chi avanza il credito vincola i beni del debitore con lo scopo di ottenerne il rimborso. Attualmente, le azioni per il recupero crediti sono molto frequenti, infatti, è sempre maggiore la richiesta di avvocati civilisti competenti in questo campo.

La procedura di pignoramento è perfettamente spiegata dalla legislazione italiana all’art. 492 c.p.c. al comma 1: “Il pignoramento consiste in una ingiunzione che l’ufficiale giudiziario fa al debitore di astenersi da qualunque atto diretto a sottrarre alla garanzia del credito esattamente indicato i beni che si assoggettano alla espropriazione e i frutti di essi”.

In merito all’atto di pignoramento, il legislatore ha stabilito anche dei tempi precisi. Del resto, si tratta di una procedura piuttosto complessa, che deve rispettare un iter preciso articolato in diverse fasi, scopriamole nel dettaglio nelle prossime righe.

Quali sono i tempi per un pignoramento?

Come abbiamo accennato, la procedura di pignoramento è un iter complesso che si articola in diverse fasi. Generalmente, non si attiva in automatico, pertanto, talvolta decorre molto tempo tanto da mandare in prescrizione il debito. Prima di procedere ad un pignoramento, il creditore deve notificare al debitore l’atto di precetto, ovvero, l’intimazione ad adempiere. Una volta notificato l’atto di precetto, qualora il debitore non dovesse provvedere a regolarizzare la propria posizione, il creditore può dare il via alla vera e propria esecuzione tramite pignoramento.

Secondo quanto stabilito dalla legge, l’atto di pignoramento non può avvenire prima di 60 giorni dalla data di notifica di una cartella esattoriale. Durante questo periodo di tempo, il debitore ha la possibilità di chiedere la rateizzazione dell’importo da pagare oppure presentare ricorso contro l’atto, a patto che non si tratti di una reiterazione di una precedente cartella. Infatti, in questo caso il termine per regolarizzare la propria posizione scende a 5 giorni, trascorsi i quali, il Fisco può avviare il pignoramento.

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Il legislatore ha fissato anche un termine massimo entro il quale deve essere espletato l’atto. Infatti, è previsto che l’Agenzia delle Entrate inizi l’esecuzione forzata entro un anno dall’avvenuta notifica della cartella. Qualora questo termine non dovesse essere rispettato, prima di procedere al pignoramento, il Fisco dovrà notificare al contribuente insolvente un’intimazione di pagamento da adempiere entro 5 giorni. Va specificato, infine, che qualora il Fisco dovesse avvertire il pericolo che il debitore possa sottrarre il proprio patrimonio alla garanzia del creditore, c’è la possibilità che venga richiesta al tribunale l’autorizzazione all’esecuzione immediata.