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Indennità di accompagnamento, come può essere spesa: i limiti stabiliti dalla Legge

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Chi usufruisce dell’indennità di accompagnamento deve sapere come può essere spesa e quali sono i limiti stabiliti dalla Legge italiana.

L’assegno di accompagnamento, anche conosciuto come indennità di accompagnamento, è una prestazione economica, riconosciuta dallo Stato, alle persone riconosciute invalide civili totali (invalidità al 100%) e/o incapaci di deambulare o di compiere azioni di vita quotidiana senza assistenza. Oltre ai requisiti sanitari, è necessario che i richiedenti siano residenti in forma stabile in Italia, a prescindere dal reddito personale annuo e dall’età.

Lo scopo della misura è proprio sostenere il carengiver che si prende cura della persona disabile o per dare la possibilità al soggetto invalido di ricevere assistenza da servizi esterni. L’importo riconosciuto a titolo di accompagnamento per il 2023, è pari a 527,16 euro al mese, per un totale di 6.325,92 euro annui. L’assegno non è soggetto a tassazione, per cui, non deve essere indicato nella dichiarazione dei redditi, né va inserito nella certificazione ISEE del nucleo familiare, considerato che si tratta di una prestazione di assistenza e non un reddito.

Ma in quali modi va spesa l’indennità di accompagnamento? Va utilizzata solo per beni, prodotti e servizi relativi alla condizione sanitaria del beneficiario? Nelle prossime righe vediamo se ci sono dei limiti o delle regole su come spendere gli importi erogati dall’INPS a titolo di indennità di accompagnamento.

Come spendere l’indennità di accompagnamento?

Come abbiamo visto, l’intento della misura di accompagnamento è quello di assicurare alle persone invalide la necessaria assistenza, supportando le rispettive famiglie a favorire la permanenza a domicilio delle stesse, in modo da evitare il ricovero presso strutture a medio o lungo termine.

La normativa che la disciplina non prevede limiti o regole su come spendere la prestazione, dunque, non impone che venga utilizzata per qualcosa in particolare come, ad esempio, la retribuzione di un accompagnatore. In più, l’indennità di accompagnamento può essere spesa sia dal titolare che dai familiari che gli prestano assistenza, a patto che, venga utilizzata nell’interesse primario della persona disabile.

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Ricordiamo che per ottenere la prestazione è necessario che la minorazione sia riconosciuta con apposito verbale rilasciato dalla competente Commissione medico – legale istituita presso l’ASL. La domanda può essere presentata direttamente online sul sito dell’INPS, collegandosi al portale “inps.it – Sostegni, Sussidi e Indennità di accompagnamento agli invalidi civili” in possesso delle credenziali SPID, CIE o CNS. In alternativa, la richiesta può essere inoltrata tramite un ente di patronato o un’associazione di categoria (ANMIC, ENS, UIC, ANFASS).