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Caparra d’affitto: in quali casi va restituita all’affittuario? Tutte le casistiche

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La caparra è una somma che si lascia in cauzione al momento della stipula del contratto di affitto. Una volta che gli inquilini vanno via teoricamente va restituita. Ecco cosa c’è da sapere in merito

C’è chi la chiama “volgarmente” caparra e chi invece più morbidamente cauzione, ma fatto sta che è sempre la medesima cosa. Trattasi di quella cifra che l’inquilino versa al proprietario di casa alla firma del contratto di locazione. Questo obbligo scatta solo se previsto nel contratto.

Non esiste nessuna legge che lo impone. Di fatto però tutti i locatori se ne avvalgono in modo tale da sentirsi più tutelati. Spesso però ci si chiede come funziona e quanto va restituita la caparra d’affitto. L’obiettivo di questo approfondimento è proprio quello di capire bene i meccanismi che si celano dietro a questo cavillo contrattuale, soprattutto per quanto concerne la restituzione della somma di denaro.

Caparra d’affitto: quando il proprietario deve ridarla all’affittuario e quando invece può trattenerla

In primis però è bene specificare che non può mai superare l’ammontare di 3 mensilità di canone. Ciò non toglie alle parti di poter concordare qualcosa di diverso, ma difficilmente un inquilino è disposto a versare un numero più alto di mensilità anticipate. Per chi concede in affitto un proprio immobile avere a disposizione del denaro extra serve per incentivare l’affittuario ad adempiere ai suoi obblighi tra cui pagare l’affitto e le spese condominiali ed evitare di recare danni alla casa.

Infatti al termine del contratto il proprietario passa da casa e valuta lo stato delle cose. Qualora dovesse riscontrare delle anomalie può trattenere una parte o l’intera cifra, ma ciò richiede l’intervento di un giudice che deve stabilire l’esatto importo dei danni procurati. A differenza di eventuali pendenze in questo caso non si può quantificare la cifra da restituire.

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Se il locatore trattiene la somma in deposito a titolo rimborso danni ma non fa partire la causa, il conduttore può ottenere dal giudice un decreto ingiuntivo per ottenere la caparra. Questa azione va esercitata entro massimo dieci anni altrimenti il diritto cade in prescrizione. Se invece non dovessero esserci problemi di nessun genere, quindi né danni né arretrati il padrone di casa restituisce i soldi con tanto di interessi legali. Questi possono essere versati anno per anno oppure in un’unica soluzione una volta alla scadenza del contratto. Insomma, tutto è abbastanza semplice e disciplinato dalle normative vigenti.