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Legge sull’oblio oncologico, arriva l’ok dalla Camera: ecco cosa cambia

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Montecitorio ha detto sì alla legge sull’oblio oncologico. Ecco cosa cambia per chi ha sconfitto il cancro.

E’ stata approvata all’unanimità la proposta di legge sul diritto all’oblio oncologico. Il testo, passato a Montecitorio con 281 voti a favore e nessun contrario, dovrà ora essere esaminato anche dall’Aula del Senato per concludere il suo iter.

L’intento della proposta di legge è definire il diritto all’oblio oncologico, ovvero garantire che alla guarigione clinica da una malattia oncologica corrisponda la possibilità del paziente di esercitare i propri diritti, esattamente come il resto della popolazione.

In particolare, il provvedimento appena approvato, contiene le norme utili a prevenire le discriminazioni e tutelare i diritti delle persone che sono state affette dal cancro. Ecco quanto viene definito: “il diritto delle persone guarite da una patologia oncologica di non fornire informazioni né essere oggetto di indagini sulla propria pregressa condizione patologica”. Un passo importante per il nostro Paese, in attesa dell’ok del Senato. Vediamo cosa cambia per chi ha vinto la sua battaglia contro il cancro.

Legge sull’oblio oncologico: cosa cambia per chi ha sconfitto il cancro

Dopo anni di dibattiti in merito, finalmente, anche l’Italia ha fatto l’importante passo normativo per restituire diritti e dignità alle persone che hanno vinto la loro battaglia contro il cancro, ma non sono riusciti a riavere la loro vita sociale.

In particolare, la legge sull’oblio oncologico mira a restituire ai pazienti guariti dal cancro la possibilità di esercitare i propri diritti, proprio come il resto della popolazione. In tema di accesso ai servizi bancari, finanziari ed assicurativi si prevede che alla stipula o del rinnovo dei relativi contratti non vengano richieste informazioni relative allo stato di salute della persona fisicamente contraente, in merito alle patologie oncologiche da cui è stata affetta precedentemente. Questo diritto non sarà applicabile solo ai servizi finanziari ed assicurativi, ma anche al mondo del lavoro e a quello delle adozioni e dell’affidamento di minori. A patto che, il trattamento attivo si sia concluso, senza episodi di recidiva, da più di dieci anni alla data della richiesta. L’arco temporale si riduce a 5 anni, nel caso in cui la patologia sia insorta prima del ventunesimo anno di età.

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L’approvazione del testo, che porta la firma delle deputate e relatrici Maria Elena Boschi e Patrizia Marrocco, è un passaggio da festeggiare che rappresenta una speranza per oltre un milione di pazienti clinicamente guariti. Si specifica, inoltre, che sarà il Garante per la protezione dei dati personali a vigilare sull’applicazione delle disposizioni della legge e che entro tre mesi dall’entrata in vigore del provvedimento, con decreto del Ministero della Salute, verrà definito “l’elenco delle eventuali patologie oncologiche per le quali si applicano termini inferiori rispetto a quelli previsti dagli articoli”.