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Incubo Assegno unico: tremano 600 mila famiglie | L’ISEE non perdona

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Sarebbero 600 mila le famiglie che rischiano una significativa riduzione dell’importo riconosciuto a titolo di assegno unico per figli a carico. Vediamo chi rischia e perché.

Il supporto economico per aiutare i genitori diventa un vero e proprio caso: potrebbero essere oltre 600 mila le famiglie alle quali verrà decurtato parte dell’importo riconosciuto per i figli a carico. A partire da settembre 2023, i nuclei familiari che hanno presentato un’errata attestazione ISEE si vedranno ridurre significativamente le somme dell’assegno. Infatti, in caso di anomalie riscontrate nell’attestazione ISEE verranno riconosciuti gli importi minimi dell’assegno unico per i figli a carico, previsti dal decreto legislativo 29 dicembre 2021, n. 230.

A comunicarlo l’INPS attraverso la nota di trasmissione del messaggio numero 2856/2023 del primo agosto, dove vengono anche indicate le modalità con cui le famiglie che richiedono l’Assegno Unico, possono regolarizzare la propria posizione in caso di attestazione ISEE difforme.

Insomma, indipendentemente dall’origine di queste anomalie, i titolari di assegno unico coinvolti hanno meno di un mese per correggere l’errore ed evitare che il proprio assegno venga ridotto. Vediamo come procedere.

Caso assegno unico: come evitare la riduzione dell’importo

Come noto, l’importo riconosciuto a titolo di assegno unico per figli a carico è determinato sulla base del valore ISEE registrato da ogni singolo nucleo familiare. L’importo viene riconosciuto mensilmente per ogni figlio a carico a partire dal settimo mese di gravidanza fino al compimento dei 21 anni di età e va da un minimo di 54 euro fino ad un massimo ad un massimo di 189 euro. Ma, in presenza di difformità e/o omissioni riscontrate nell’attestazione ISEE, è prevista la riduzione delle somme spettanti.

A spiegarlo l’INPS nel messaggio 2856/2023: a partire da settembre l’assegno unico verrà corrisposto negli importi minimi, salvo che il richiedente non provveda per tempo alla correzione della DSU. L’ente previdenziale sta inviando agli interessati dal provvedimento, apposita comunicazione via PEC / sms / e – mail, a seconda del canale prescelto, invitandoli a procedere alla regolarizzazione.

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Anche se i dati non sono stati ancora ufficializzati, potrebbero essere oltre 600 mila i nuclei familiari che, per non vedere la decurtazione dell’assegno, dovranno presentare una nuova DSU senza anomalie oppure chiedere al Centro di Assistenza Fiscale (CAF) la rettifica della dichiarazione. Ricordiamo che, l’assegno unico non verrà sospeso, ma potrebbe subire una temporanea decurtazione per chi percepisce somme superiori a quella minima. La somma minima attualmente prevista è pari a 54 euro al mese per figlio minorenne, 27 per quelli di età compresa tra i 18 ed i 21 anni che risultino studenti o disoccupati.