Home » Lavorare in determinati orari fa male alla memoria: ecco la ricerca che lo afferma

Lavorare in determinati orari fa male alla memoria: ecco la ricerca che lo afferma

Lavoro notturno fa male
Solofinanza.it

Stando ai risultati di questa importante ricerca, lavorare ad alcune ore del giorno o della notte può avere un’incidenza importante sulla memoria

Il lavoro ha sicuramente un impatto importante sulla vita delle persone e alla lunga può logorarle e non poco. Vanno considerati anche i ritmi ai quali sono sottoposte le persone ogni giorno e a tal proposito può tornare molto utile una ricerca pubblicata dal Canadian Longitudinal Study on Aging.

Stando a quanto esaminato da questo studio il vero problema è nel lavoro su turni, che può portare a quello che è stato ribattezzato come “invecchiamento attivo” della forza lavoro e compromettere le funzioni cognitive e quindi la memoria. Non resta che vedere quali risultati sono venuti alla luce.

Lavoro su turni e problemi cognitivi: cosa c’è da sapere

In pratica in base ai “campioni analizzati” è stato rivelato che le persone che lavoravano su turni notturni avevano maggiori probabilità di avere compromissione della funzionalità di memoria rispetto alle persone che lavoravano costantemente durante il giorno. Al contempo coloro che alternavano turni diurni e notturni avevano maggiori probabilità di avere le funzioni esecutive compromesse, ovvero quei processi mentali necessari per eseguire comportamenti mirati come prestare attenzione, essere concentrati e pianificare.

Gli autori dello studio hanno posto l’attenzione sul ritmo circadiano naturale del corpo che in questo modo viene interrotto. Si pensi a quando si deve necessariamente dormire di giorno per poter andare a lavoro carichi di notte o magari quando si smonta da un turno in tarda notte il giorno seguente ci si sveglia tardissimo.

Secondo la dottoressa Durdana Khan, dottoranda presso l’Università di York in Canada vengono colpiti più sistemi e tra gli aspetti più negativi c’è l’interruzione della produzione di melatonina, ormone naturale che purtroppo viene meno per via della fase maggiore di oscurità che si vive.

lavoro
solofinanza.it

La Khan ha aggiunto che questo fattore misto alla privazione del sonno e allo stress agiscono sul cervello e al posto della melatonina il corpo umano in questi casi produce proteine infiammatorie che hanno effetto neurotossici sulle cellule cerebrali andando a compromettere le funzioni del cervello.

Di fatto si innesca un meccanismo di squilibrio del proprio corpo a cui paradossalmente chi lavora solo di notte può riuscire a sopperire nel tempo, mentre chi presta servizio su turni in base a quanto spiegato dalla dottoressa Khan può andare in contro a problemi sempre più seri. D’altronde così facendo non si dà mai una concreta possibilità al proprio corpo di adattarsi ad una specifica condizione. Insomma, riguardarsi in questi casi è più che un consiglio.